CIVITAVECCHIA – L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale a più di 5 mesi dall’insediamento del presidente, Francesco Maria di Majo, non ha ancora un organo di governo. Il cosiddetto comitato di gestione, infatti, è una sorta di consiglio di amministrazione dell’Autorità ed è composto da un membro designato da ciascuna amministrazione coinvolta nella sfera d’interesse del sistema portuale: la Regione Lazio, il Comune di Civitavecchia e la Città Metropolitana di Roma Capitale.
I componenti sono tecnici che devono vantare conoscenza nelle discipline trasportistiche e il loro ruolo è fondamentale per la regolarità del funzionamento di Molo Vespucci. Eppure, nonostante il ruolo squisitamente tecnico svolto dal comitato, le designazioni dei membri sin dall’inizio non hanno vissuto vita facile, spesso invischiate nella bagarre della politica civitavecchiese e regionale, con il risultato che, tra mille peripezie, il board non si è ancora costituito.
La storia, abbastanza nota tra gli addetti ai lavori, merita di essere raccontata. Ma andiamo per ordine. Il sindaco di Civitavecchia, Antonio Cozzolino, ha sin da subito designato sé stesso come membro del comitato di gestione. La cosa è apparsa subito anomala ai più, ed è stata accolta quasi come una provocazione da parte delle opposizioni in consiglio comunale, che hanno puntato il dito sull’irritualità dell’autonomina e sull’eventuale mancanza di requisiti del sindaco.
Se non fosse che, strano ma vero, c’è un precedente, e non da poco: il sindaco di Genova, Doria, laureato in Lettere e professore di Storia, siede, anche lui in virtù di “autonomina”, nell’omologo comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale.
Eppure la futura presenza di Cozzolino nell’autorità portuale è stata fin qui vissuta molto male dagli avversari politici, in particolar modo dalle sezioni civitavecchiesi di PD e Forza Italia, che a suon di comunicati sui quotidiani locali non hanno mancato di far sentire il loro disappunto.
Altro capitolo della storia riguarda la Regione Lazio. Piegandosi alla classica logica delle correnti politiche il governatore del Lazio Zingaretti ha designato Nel comitato di gestione Enrico Luciani, già sindacalista e presidente di lungo corso della Compagnia portuale Civitavecchia, scontentando così una parte del PD civitavecchiese che si trovava in contrasto con la Pisana sulla nomina. Luciani non è propriamente un tecnico -pur vantando una lunga e indiscutibile esperienza come portuale- e ha un passato nel consiglio comunale di Civitavecchia come militante di SEL.
Il problema della designazione di Luciani, tuttavia, è stato il suo ruolo all’interno della CPC che ai sensi della nuova legge sui porti rappresentava un indubbio conflitto di interessi. In molti hanno accusato Zingaretti di mancanza di accortezza nella nomina di Luciani, probabilmente imputabile ad una lettura superficiale della riforma che esclude i soggetti privati impegnati nelle attività del porto dal comitato di gestione, ma riserva loro un organo ad hoc, chiamato “tavolo di partenariato della risorsa mare”. Fatto sta che, com’era prevedibile, la nomina di Luciani è stata bocciata dall’ANAC di Cantone per incompatibilità e Zingaretti ha dovuto ripiegare su un altro nome: Roberto Fiorelli, architetto, dipendente della Regione.
Infine la Città metropolitana. Il 10 novembre scorso Palazzo Valentini scelse la via del bando pubblico emanando un avviso al fine di vagliare candidature qualificate a ricoprire la carica di componente nel comitato di gestione di Molo Vespucci. Alla fine del processo di selezione gestito dal RUP Paola Manfrellotti, il vincitore si è rivelato essere Matteo Africano, ingegnere civile con esperienza accademica e professionale nella tecnica ed economia dei trasporti, nelle infrastrutture e nell’urbanistica.
Africano ha ricevuto attestati di stima bipartisan, anche da parte dell’Ordine degli Ingegneri della Capitale, presso cui è membro della Commissione dell’Ingegneria della Navigazione, eppure sembrerebbe non essere molto gradito a chi, a un tecnico del nuovo corso proveniente da Roma, preferirebbe una figura più vicina alle dinamiche politiche locali. La nomina di Africano tuttavia, deve essere accompagnata ai sensi dello Statuto dell’ente da un passaggio in Consiglio Metropolitano, che dovrebbe esprimersi favorevolmente nella prossima seduta, ma che, incredibilmente, non viene convocato da quasi due mesi.

Due mesi senza Consiglio metropolitano: per questo motivo la Filt Cgil ha nei giorni scorsi attaccato il sindaco metropolitano Virginia Raggi che si sarebbe resa responsabile dei ritardi nel processo di nomina del rappresentante di sua competenza, bloccando di fatto la costituzione del board portuale.
“Quanto sta accadendo è veramente inconcepibile” dichiarano il segretario FILT CGIL per il Lazio, Eugenio Stanziale, e quello locale Alessandro Borgioni, riferendosi all’inerzia della Città metropolitana e non risparmiando una nota polemica anche nei confronti di Cozzolino, a sua volta critico verso i ritardi della Regione, ma non verso quelli della Città metropolitana.
Si attende una risposta a breve da parte dell’amministrazione metropolitana che, attraverso l’ufficializzazione di Matteo Africano, potrebbe dare finalmente il via alle attività dell’Autorità di Sistema Portuale, finora bloccate nel pantano della politica.
[L’Unico]
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