Biden tolga il passaporto a Nancy, i suoi tour esotici mettono il mondo a rischio

Nancy Pelosi a Taipei dimostra ancora una volta l'inaffidabilità degli americani progressisti che governano con Biden, che peraltro sono progressisti a targhe alterne e si ricordano della polveriera Taiwan dimenticando il Tibet, sottomesso da 70 anni.

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Riccardo Corsetto Direttore L’Unico

di Riccardo Corsetto

Così dopo la guerra russo ucraina, l’amministrazione Biden, in maniera anche molto codarda, lanciando il sasso e ritirando la mano, si nasconde dietro una donna, Nancy Pelosi, per provocare il Dragone. Con il vecchio Biden a fare il poliziotto ‘buono’ (“non interferiremo su Taiwan”, nda) e la Pelosi, nei panni del poliziotto ‘cattivo’ che parte Vuitton in resta, senza sentir ragioni come una adolescente disobbediente per portare sull’isola della discordia l’elogio della democrazia. Un messaggio retorico che però rischia di aprire uno scontro totale tra il mondo occidentale e quello orientale. Un altro fronte di guerra, come se non bastasse quello ucraino-russo.

Il dittatore cinese Xi Jinping

La Cina del resto ha reagito immediatamente, come era elementare accadesse e come gli americani sapevano.

Chi scrive non è per nulla filocinese, ma se dai fastidio al cane che dorme aspettati un morso, se poi al posto del cane c’è un drago che alita nucleare, allora qualche valutazione prima di farti un selfie esotico andrebbe fatta, soprattutto se sei il capo del congresso americano.

Quello che sta succedendo con l’Orso russo si ripeterà col Drago cinese, sempre per colpa dei falchi americani. Che stanno però non nel fronte repubblicano ma in quello dem.

Ma che ce ne viene a noi da un mondo che riprende la corsa agli armamenti e crea le condizioni per portare il mondo a una nuova – se va bene – guerra fredda. Se gli americani pensano di risolvere così i loro problemi di liquidità, di debito pubblico (cinese, nda) e di declino economico, strategico e tecnologico, vedendo avvicinarsi la fine del primato di Potenza mondiale, non credo sia intelligente accompagnarli né assecondarli sul sentiero di un muscolarismo suicida.

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Il Presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden

Quanto al problema morale, etico e umanitario non facciamoci ingannare dalla propaganda. Se gli americani progressisti, ovvero quelli che sono al governo con Biden avessero a cuore i diritti in quanto tali, fossero diciamo così dei romantici puri, avrebbero mandato una Nancy Pelosi qualunque anche a difendere il Tibet proditoriamente occupato dai cinesi, nel diritto e nell’anima, da oltre 70 anni.

Ma a Lhasa la Nancy non si è mai vista. Una volta hanno visto Nancy Brilli, che era lì in vacanza e quanto a diplomazia non avrebbe nulla da imparare dalla Pelosi.

In Tibet la Repubblica Popolare comunista si intromette ormai per editto proditorio anche nella nomina del Dalai Lama, la guida spirituale del Tibet, anche se continuano a chiamarla Regione autonoma a parole. Immaginatevi un giorno qualcuno dall’esterno, che pretendesse di eleggere il Papa sottraendo questo potere al conclave cardinalizio…

Agli americani purtroppo nessuno riesce a dir di no, almeno dai tempi della crisi di Sigonella, nel 1985, quando Bettino Craxi con voce calma ma ferma spiegò al presidente Reagan che se i militari della Delta Force atterrati nella stazione Usa ai piedi dell’Etna avessero tentato di prelevare i quattro dirottatori palestinesi della nave da crociera Achille Lauro, i militari italiani non avrebbero avuto scelta: avrebbero dovuto aprire il fuoco contro di loro. E infatti, gli incursori americani capirono l’antifona e se tornarono indietro decollando verso l’Oceano.

La guerra di Troia scoppiò a causa di Elena, suo malgrado, la Terza Guerra mondiale,  potrebbe scoppiare per colpa di Nancy Pelosi. Con un sapore, credetemi, decisamente molto meno epico.

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