“La delibera n.13 approvata dalla giunta Raggi il 3 febbraio 2017 e firmata dal vicesindaco Luca Bergamo smantella il buono casa”. E’ quanto dichiarato in un post su Facebook dal consigliere del Pd capitolino Marco Palumbo.
“Con il recente provvedimento, infatti, – dichiara Palumbo – si consente anche ai proprietari dei residence e a gruppi di costruttori di potervi accedere, basta fare domanda e iscriversi ad un elenco. Certo in questo modo si genera un risparmio per l’amministrazione ma si contraddice il provvedimento riproponendo vecchi schemi. Ovvero si consente a chi già ne usufruisce di rimanere nei residence o di utilizzare interi immobili invenduti per crearne altri. Una domanda viene spontanea: ‘ma non era l’assessore Mazzillo che si occupava di casa?’”.
“Quello che sta accadendo in questi giorni – spiega – va esattamente nella direzione contraria di quello che era lo spirito originario del buono casa? Questo strumento utilizzato per chiudere finalmente la pagina scandalosa del ricorso ai residence fu adottato con la delibera di giunta n. 368 del 2013 e consentiva a coloro che si trovano nei famigerati residence di accedere ad un alloggio privato di cui il comune si faceva onere dell’affitto, a canone concordato. Si determinava in questo modo la rottura dell’oligopolio del disagio abitativo costituito di dai proprietari dei residence. Peraltro il provvedimento originario era diretto ai piccoli proprietari, che rappresentano 80% del mercato privato (da sempre una seconda casa in affitto è il bene rifugio per eccellenza), pertanto restituiva alla collettività gli introiti del comune consentendo una rendita sicura, oggi vicina a valori di mercato. Inoltre per i nuclei familiari in attesa di un alloggio popolare, i vantaggi erano molteplici: innanzitutto dal disagio si passava al reinserimento in realtà abitative vere e le famiglie potevano scegliere l’alloggio sulla base di convenienze logistiche”.
“Infine questa modalità consentiva risparmi importanti per l’amministrazione, – conclude -mentre i residence (mediamente di 20 mq) arrivano a costare anche 2.800€ al mese e il buono casa si attesta a 800 euro al mese. La delibera M5S protegge l’oligopolio dei residence, favorisce la conservazione di ghetti ad uso abitativo e segrega le famiglie in attesa di alloggio popolare in spazi disumani.” (L’UNICO)
Facebook Comments