E’ stato pubblicata oggi la sentenza n. 3831/2017 con cui il TAR del Lazio ha dato integralmente ragione al Comitato Genitori in Movimento e a Cittadinanzattiva, assistiti dall’avvocato Gianluca Piccinni, annullando la delibera del Comune di Capena che aveva raddoppiato il costo della mensa scolastica per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria. La Sezione seconda bis del TAR ha anche condannato il Comune alla rifusione in favore dei ricorrenti di tutte le spese di lite, quantificate in complessivi 2.000 euro.
Ora per le famiglie di 700 studenti di Capena si aprono le porte per il risarcimento dei costi della mensa pagati da Settembre ad oggi, per un ammontare quantificabile in più di 100.000 euro.
“Finalmente il TAR del Lazio ha annullato questa ingiusta delibera, con cui il Comune aveva messo totalmente a carico delle famiglie i costi della mensa scolastica – dichiara Manola Laura, portavoce del Comitato Genitori in Movimento e del gruppo dei genitori ricorrenti – Ci auguriamo ora che il Commissario governativo, nominato a novembre in sostituzione della Giunta Di Maurizio che aveva approvato la delibera incriminata, si attivi subito per agevolare l’applicazione della sentenza, mediante l’immediato ripristino delle vecchie tariffe ed il risarcimento delle tariffe già pagate alle famiglie che usufruiscono della mensa”.
“Siamo felici – prosegue Manola Laura – che la sentenza del TAR vada a beneficiare non solo i ricorrenti ma tutte le famiglie coinvolte e che possa aprire le porte a provvedimenti simili negli altri Comuni che hanno aumentato le tariffe. Per quanto ci riguarda continueremo a lavorare per una nuova delibera che riconosca tariffe agevolate per le famiglie più bisognose e – speriamo con una sempre maggiore collaborazione della dirigenza scolastica e della ASL – anche per il riconoscimento del “diritto al pasto da casa”, per cui, a partire dalla sentenza della Corte d’appello di Torino, si stanno battendo tante famiglie in tutto il Paese. La mensa – conclude – deve essere un servizio che agevola il diritto allo studio, non un obbligo che finisce per discriminare chi non se lo può permettere o chi non ne vuole usufruire”. (L’UNICO)
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