“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita affinché tu possa dirlo”. Chiunque abbia a cuore la democratica affermazione attribuita a Voltaire, dovrebbe essere presente il 13 novembre presso il Tribunale civile di Roma per testimoniare solidarietà a CasaPound, il movimento sovranista guidato da Gianluca Iannone.
Siamo troppo politicamente scorretti? No. La censura di CasaPound ha il sapore della censura austroungarica, roba da ancien régime. Gli avvocati del colosso social di Mark Zuckerberg hanno risposto agli avvocati di CasaPound che avevano scritto alla Facebook Ireland Ltd chiedendo la riattivazione immediata dei profili. Per i legali di Cpi, l’azione di Facebook “costituisce una grave violazione e impedisce l’esercizio di diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione italiana”, violando inoltre “le disposizioni in materia di privacy e di proprietà intellettuale”. (L’UNICO)
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