Coerentemente fuori dai salotti buoni. Berlusconi barcolla, ma non molla

COERENTEMENTE FUORI DAI SALOTTI BUONI. IL CAVALIERE BARCOLLA MA NON MOLLA. DAL 2011 MESSO NEL GHETTO DELLA POLITICA INTERNAZIONALE PER LE SUE POSIZIONI. E' L'INAFFIDABILE PIU' COERENTE IN CIRCOLAZIONE SUGLI ASSETTI MONDIALI, E BISOGNERA' ANCORA FARCI I CONTI

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di Teo Tonganesi
Il passo incerto, il profumo della morte, e i sogni ormai tutti alle spalle, quasi tutti realizzati. Per capire lo scontro tra Meloni e Berlusconi bisogna fare due considerazioni. Una sull’uomo e una sull’atlantismo. Partiamo da un punto: L’atlantismo non è un dogma. Semmai è una opportunità. Una opportunità che dal Dopoguerra ad oggi ha distribuito un benessere economico nel mondo occidentale, (ai nostri genitori soprattutto, noi figli paghiamo da tempo gli interessi). L’atlantismo allora è un tipo di alleanza strategica che sottende però un modello economico finanziario endemico. Attraverso la sicurezza ti vende un modello di vita. Senza che te ne accorgi. Sei vuoi vivere sicuro devi vivere così. E’ come se al metro notte, il titolare cedesse anche il diritto di gestire il negozio. Per chi si confessa libertario è una condizione insostenibile per principio.
Almeno fino al 1990 però l’atlantismo è stata la mammella, più che l’ombrello, da cui tutti abbiamo succhiato. Ma pur con la pancia piena adesso due conti dobbiamo farli e l’atlantismo va letto per quello che è: non voglio dire uno strumento di colonialismo finanziario, ma certamente l’atlantismo è una polizza assicurativa più che un’alleanza. Polizza che però non scade. E bisogna leggere con attenzione il contratto: perché non ci sono clausole di negoziazione e non è previsto diritto dibattimentale.
Ma una polizza che non si discute è una catena più che un’alleanza. Quella catena che da dopo la caduta del Muro di Berlino, ha liberato gli europei dal giogo dell’URSS per legarli mani e piedi all’UE. Ora l’URSS la fondarono rivoluzionari venuti dal basso, e fecero una tragedia. L’UE uomini arrivati dall’alto, e vedremo che fine faremo.
Dunque l’Unione Europea, nelle forme in cui la conosciamo oggi, reca brevetto registrato in USA. Non servono geopolitici per affermare questa verità. Ecco perché l’atlantismo se rimane una forma geografica per parlare sostanzialmente di americanocentrismo diventa un dogma, più che un diritto e un’opportunità. E non può durare per sempre. Il mal di pancia degli europei vaticina una ribellione a questa impostazione già da tempo.
Perché diventa Verbo, l’Atlantismo allora cessa di essere alleanza assicurativa e si tramuta in religione. Multinazionale come un Islam secolarizzato, in cui l’Europa non potrà mai vedersi come continente autodeterminato.
In questo contesto le frasi di Berlusconi dovrebbero suggerire ad un lettore attento due cose. Intanto che l’audio “rubato”, rubato non era, ma era l’unica possibilità di un esperto di comunicazione di bestemmiare in chiesa.
La seconda cosa è che il capo di Forza Italia non è affatto ammattito (al massimo disprezzabile) ma è sostanzialmente su quegli identici posizionamenti che nel 2011 ne decretarono il confino internazionale e il commissariamento dell’Italia per 11 anni e, da domani, vedremo.
Quelle posizioni che già all’epoca nascevano sui grandi assetti mondiali ed europei per l’approvvigionamento energetico, e che condannarono Berlusconi sostanzialmente nell’angolo, con Fini spinto dalla comunità internazionale che conta a sgambettarlo proprio a partire da quei suoi rapporti con Putin. Rapporti che la grande finanza americana ed europea non poteva più tollerare e che vertevano su equilibri di forza che oggi sono alla base del conflitto a due dimensioni, Russia-USA, Ucraina-Donbass.
Non possiamo dimenticarci di queste cose per un’analisi limpida e intellettualmente onesta.
Ieri come oggi, Berlusconi sta scegliendo di non sedere nel salotto buono della finanza. E prima dell’audio fintamente “rubato” aveva già fatto delle gaffes calcolate. Forse per non mettere l’Italia in assetto di guerra in una tragedia che sta uccidendo ucraini e russi ma che sta ferendo anche gli italiani.
Inoltre l’età e lo stato di salute gli consentono di avvertire forte l’odore della morte. E un uomo che ha sognato e realizzato tutto quello che c’è da sognare e realizzare non risponde a protocolli. E’ l’uomo. Odioso e amabile, ma è Berlusconi, lo stesso che conosciamo da decenni, in questo Paese di camaleonti intellettuali pretori che cercarono di giudicarlo sulle escort e che adesso lo giudicheranno per la Vodka, confermandosi almeno in questo un Paese davvero “conservatore”.
Si può giudicare Berlusconi inopportuno e inaffidabile. Ma non incoerente, se barcolla per entrare in parlamento, ma non molla per piacere ai salotti buoni.

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