È accaduto la notte scorsa, 15 gennaio, intorno alle 2:30. Due turisti trentenni di origine brasiliana, approfittando della sorveglianza ridotta a notte fonda, hanno scavalcato la cancellata del Colosseo per intrufolarsi all’interno.
I due sono precipitati da un’altezza di circa 4 metri. Uno dei due non si è fatto nulla, mentre l’altro ha riportato una brutta frattura al bacino e trasportato in ospedale in codice rosso. La polizia, intervenuta sul posto, ha denunciato entrambi per invasione di edificio.
Non è la prima volta che si verificano episodi del genere nei dintorni dell’Anfiteatro Flavio, con conseguenze più o meno gravi. Anche questa volta si è sfiorata la tragedia, ma è solo l’ultima di una lista che va ad allungarsi nel corso degli anni.
In concomitanza con questo tentativo di accesso, nel pomeriggio sono state ritrovate due scritte sui pilastri in marmo: “Morte” e “Balto”. Un atto vandalico su cui stanno indagando gli agenti di Polizia del commissariato Celio.
Sulla questione interviene Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, che esprime in una nota tutto il suo disappunto per il gesto compiuto.
“Il gesto vandalico di oggi al Colosseo – dichiara – è un autentico sfregio a un monumento simbolo del patrimonio culturale mondiale. Alla prevenzione sempre necessaria per impedire ogni danno ai beni storici, artistici e archeologici si devono affiancare pene più severe per chi compie simili gesti, così come previsto dal disegno di legge delega approvato lo scorso 23 dicembre dal Governo che introduce, tra l’altro, specifiche fattispecie di reato per il deturpamento, il danneggiamento e l’imbrattamento di beni culturali e paesaggistici. Auspico che il Parlamento concluda quanto prima l’esame del provvedimento per arrivare in tempi brevi alla sua definitiva approvazione”.
Così il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini ricordando i contenuti del provvedimento del governo che introduce un sistema sanzionatorio improntato a una maggiore severità per chi commette delitti contro il patrimonio culturale. Per chi deturpa o imbratta i beni culturali le norme, ora all’esame del parlamento, raddoppiano le pene da un minimo di un anno a un massimo di 5 anni di reclusione. (L’UNICO)
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