Campidoglio: alla ricerca di dossier nei computer di Marra

Al via i controlli dei Carabinieri negli hard disk dei computer ad utilizzo di Marra e della sua segreteria, sequestrati in Campidoglio. Trovati numerosi file contenenti mail, chat, messaggi su whatsapp. Un dossier che potrebbe dire molto sull'arresto per corruzione del dirigente del personale capitolino

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Un file in una cartella, uno fra i tantissimi documenti all’interno dei pc di Marra e della sua segretaria: mail, chat, messaggi su whatsapp. Forse un dossier costruito ad hoc contro l’avversario politico di turno. Questi i contenuti di una pagina Word, nella memoria dei computer sequestrati dai Carabinieri. Un file con tutti i segreti dell’ex braccio destro della Raggi, che adesso rischia di ritorcersi contro lo stesso Campidoglio; segreti di un uomo di corridoio e di determine dirigenziali, custode di segreti in una barca che adesso naviga a vista, cercando però di non affondare.

Saranno i Carabinieri, alla ricerca di informazioni nelle migliaia di documenti stipate nei computer di Marra a dare maggiori informazioni sulle relazioni dell’ex finanziere sin dai tempi di Alemanno. Tra questi, alcune intercettazioni risalenti a settembre: contatti con la sindaca Raggi, e scambi con il capo della segreteria politica Romeo; quello stesso Romeo che si è ora dimesso e che faceva continuamente squillare, insieme a Frongia, i cellulari dei quattro del raggio magico.

Raggio magico ora ridotto in frantumi, a cauda dell’arresto di Marra e dell’intervento autoritario di Beppe Grillo, che ha preteso l’allontanamento di Romeo e le dimissioni di Frongia, reo di aver riportato in auge il dirigente allontanato da Marino e “di infettare il M5S”, come dice l’onorevole pentastellata Roberta Lombardi. Un incontro, quello tra Marra e Frongia, avvenuto quando il dirigente era ai margini, ma comunque in grado di reperire dati e documenti utili, che hanno portato alla luce gli sprechi del Comune, conquistandosi la fiducia dei 5 Stelle. Un incontro che ha portato ad una complicità durata a lungo, e che si è ritrovato tra le mani la bomba del piano studiato per screditare l’attuale presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito, non diventato candidato sindaco a causa di un presunto dossier segreto che lo accusava. (L’UNICO)

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