Lo scorso febbraio le cronache iniziavano a parlare del coronavirus, che in quel periodo iniziava a diffondersi in Cina. Mentre, però, in Italia scorrevano in televisione le immagini di Michele Mirabella che rassicurava sulla non pericolosità del virus, il Governo Conte intratteneva già incontri e riunioni per affrontare la possibile diffusione dell’epidemia. Il 12 febbraio, in particolare, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha incontrato l’ambasciatore cinese per 18 tonnellate di materiale sanitario inviato in Cina qualche giorno dopo. L’agenda del ministro prevedeva poi un incontro con gli omologhi del G7, e soprattutto una riunione del Comitato tecnico-scientifico.
Il contenuto dell’incontro? Segreto. E meno male che “questo governo non lavora col favore delle tenebre“, come assicurava Conte in pieno lock-down! Ieri, però, Repubblica ha pubblicato un report clamoroso, che spiega di cosa si è parlato a quella riunione. Un documento ottenuto dopo mesi di dialogo con il ministero della Salute e la Protezione Civile. All’ordine del giorno c’era la presentazione di uno studio di Stefano Merler su “Scenari di diffusione di 2019-NCOV in Italia e impatto sul servizio sanitario, in caso il virus non possa essere contenuto localmente“. Già il 5 febbraio lo studioso era stato invitato dal Presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, per una riunione a porte chiuse, propedeutiche alla presentazione ufficiale della settimana successiva al Cts.
Gli scenari ipotizzati da Merler erano effettivamente drammatici, ed erano basati sui dati epidemiologici della Cina in quel momento. Due eranogli scenari più concreti: R0 a 1,3 e 1,7. Nel primo l’Italia avrebbe contato un milione di contagi, nell’altro addirittura due milioni. Lo studioso aveva anche previsto il fabbisogno totale di letti in terapia intensiva, che variava tra 60 e 120 mila, con un gap di 10 mila posti al momento del picco. Il documento non ipotizza un possibile numero di vittime, anche se Merler ha stimato che, con il tasso di letalità registrato in Cina, in Italia si sarebbero potuti contare tra i 35 e i 60 mila morti. Si tratta di dati tragici, “troppo drammatici – secondo il direttore generale del ministero della Salute, Andrea Urbani – per essere divulgato senza scatenare il panico tra i cittadini“. E per questo sono stati secretati.
La vicenda non poteva non portare con sè risvolti politici. “Perchè non sono state avvertite le Regioni più colpite, e perchè ha inviato nei giorni successivi 18 tonnellate di aiuti per la Cina se poi sono mancate le mascherine per gli stessi operatori sanitari in prima linea?“, chiedono da Forza Italia, ribadendo gli stessi quesiti che il partito di Berlusconi aveva posto sin da subito. “Il governo dei pieni poteri e dei misteri deve ancora molte spiegazioni agli italiani – dichiara Anna Maria Bernini, chiedendosi come mai non siano state istituite subito le zone rosse nella bergamasca -, soprattutto ora che si paventa la seconda ondata autunnale“.
“Le responsabilità penali di queste inadempienze – dichiara invece Giorgia Meloni – che hanno con ogni probabilità contribuito ad aggravare la crisi Coronavirus, competono alla magistratura, ma di certo le responsabilità politiche sono chiare e lampanti e non possono restare senza conseguenze“. Per la Lega, infine, si tratta di “un governo di incapaci, di bugiardi e di traditori“, che non ha avuto “il rispetto istituzionale di rispondere alle Regioni, Lombardia in testa, che da mesi chiedono conto del documento segreto sui rischi del Covid svelato in primavera da un funzionario del ministero della Salute“.
Francesco Amato
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