“Cancellare i debiti contratti dai governi per rispondere al Covid è un’ipotesi di lavoro interessante, da conciliare con il principio cardine della sostenibilità del debito“. Queste parole, pronunciate dal Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, hanno fatto molto discutere. O meglio, hanno scosso un tema che nel nostro Paese è diventato quasi un tabù, il debito pubblico, tanto evitato da far apparire sorprendenti le parole del numero uno di Bruxelles.
Le parole di Sassoli sul debito pubblico, in fondo, hanno il “difetto” di essere vere. E la verità, come nota Carraro sul Fatto Quotidiano, è un lusso che nessun potere – forte o debole che sia – può permettersi. Del resto, cancellare il debito significherebbe mettere in dubbio la retorica litania degli ultimi decenni sul debito pubblico e sul fardello che le future generazioni dovranno inevitabilmente sopportare. Per il Presidente dell’Europarlamento questo peso insormontabile svanirebbe in un istante.
Come stanno le cose

In effetti, il debito si può cancellare senza alcun problema, riferendosi all’istituzione che detiene il monopolio della politica monetaria e l’esclusiva in materia di emissione delle banconote che hanno corso legale nell’Unione Europea. La Bce, infatti, opera in un contesto di moneta “fiat” e come tale crea il denaro secondo la logica della partita doppia, ponendo all’attivo i titoli del debito pubblico acquistati nei mercati secondari e al passivo la massa monetaria corrispondentemente emessa.
Poste queste condizioni, qualsiasi cittadino o imprenditore che possieda titoli del debito pubblico dissentirebbe da Sassoli. Condonare quel debito significherebbe per lui perdere tutti i soldi prestati. Ma non è così quando si parla di una banca centrale, che può invece produrre denaro con estrema facilità, a differenza di un qualunque privato cittadino o imprenditore. La cancellazione di quel debito, posto all’attivo dalla Bce, produrrebbe, infatti, un ammanco del tutto inoffensivo per le casse europee. Tanto più che la banca centrale ha la possibilità di operare con un patrimonio netto negativo, proprio grazie alla sua possibilità di generare moneta a volontà.
Un concetto, questo, ribadito anche dal documento “Profit distribution and loss coverage rules for central banks“, pubblicato nell’aprile 2016 dalla Bce. Le banche centrali “sono protette contro l’insolvenza a causa della loro capacità di creare denaro e possono perciò operare con patrimonio netto negativo”, si legge nel documento. Il debito pubblico può, quindi, essere cancellato tranquillamente, senza creare terribili sconquassi economici.
Debito come minaccia
Si tratta, in fondo, di un concetto molto semplice, che è costata a Sassoli la gogna mediatica. Una simile proposta, del resto, smonta in un attimo, come dicevamo, l’epopea del debito pubblico. Una storiella usata come minaccia per tenere sotto scacco le politiche economiche e finanziarie degli Stati europei. Il tutto voluto e ratificato nei trattati e nei regolamenti.
Francesco Amato
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