“Io lavoro dalla parte della verità e del giusto”. Questo è stato il biglietto da visita di Paola Muraro nella sua prima apparizione come assessore all’Ambiente della Capitale. Il M5S non aveva ancora vinto le elezioni e a Ostia Virginia Raggi aveva annunciato qualche nome della squadra di giunta, tra cui quello di Paola Muraro, che aveva fatto tremare il Movimento di Grillo.
La Raggi l’ha sempre difesa: “Sa esattamente che cosa sta accadendo: sa dove mettere le mani per far ripartire Ama”. Eppure, 6 mesi dopo, con un avviso di garanzia ricevuto a casa Muraro, giunge alla fine l’avventura della tecnica convertita alla politica. Di fatto lei era l’unica della giunta presente alla manifestazione per il No al referendum di novembre: probabilmente un modo per sentirsi vicina a quello stesso movimento che più volte, per via delle sue vicende legali, ha messo in difficoltà. Eppure nella notte di ieri, dopo una lunga riunione del gruppo pentastellato, arrivava l’annuncio della sindaca: Muraro fuori dalla giunta.
Intanto la Muraro sfoga la sua rabbia, e imputa la colpa di queste dimissioni a Fortini, ex amministratore di Ama che si è dimesso durante il suo assessorato. Una sorta di vendetta per il blitz di luglio. “Non è un caso se la notifica dell’avviso di garanzia sia arrivato proprio ora”, giusto in tempo per impedire all’ex assessore di dedicarsi alla riorganizzazione dell’assetto di Ama. “Me la stanno facendo pagare – confida a Virginia Raggi –. Abbiamo pestato i piedi ai poteri consolidati”. Dopo tutte le polemiche di questi sei mesi, era inevitabile arrivare alle dimissioni. Non era possibile mantenere in giunta un assessore indebolito.
Ora la sindaca dovrà continuare da sola i blitz dello spazzatour, che aveva cominciato con l’assessore che il 21 dicembre dovrà presentarsi in Procura. Ma cosa ne sarà della Muraro è ancora da capire. Lei infatti non è per nulla intenzionata a mollare; anzi, è sicura di poter tornare a sedere in Campidoglio dopo l’archiviazione della vicenda che l’ha coinvolta. Ma il Movimento pensa che l’inchiesta possa nascondere altre insidie. Intanto la Muraro si è rinchiusa nel suo appartamento ai Parioli, rifiutandosi di rispondere al telefono e al citofono, e i cassonetti stracolmi a due passi da casa sua ricordano che l’emergenza rifiuti della Capitale non è ancora risolto. (L’UNICO)
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