
di Riccardo CORSETTO

Direttore L’UNICO
Cari lettori,
Nei giorni scorsi, esattamente il 29 dicembre avevamo pubblicato un pezzo qui su L’Unico, dal titolo: “Conte, Finmeccanica e l’Ambasciata USA dietro la frode per far fuori Trump” che non era frutto di una nostra illazione, ma la sintesi delle dichiarazioni bomba dell’ex 007 americano Bradley Johnson che le sosteneva in una intervista video: “L’Italia e Conte avrebbero avuto un ruolo chiave nel complotto informatico internazionale per far fuori Trump. In quelle dichiarazioni si sosteneva anche che tra i mezzi utilizzati ci fossero i satelliti di Leonardo Spa, già Finmeccanica. Qui potete recuperare quell’articolo che ormai ha fatto il giro del mondo arrivando negli USA, dove i fatti di Capitol Hill e dell’invasione del Congresso americano sembrano suggerire che a più di qualche americano qualcosa delle ultime elezioni presidenziali non torna. Come per esempio quei Trolley anomali pieni di schede che su L’Unico abbiamo documentato.
Il fatto che le dichiarazioni di Bradley Johnson, ex agente CIA fossero vere, imponeva di darne risalto. Questo significa fare informazione: consentire a tutti i lettori di analizzare dati e solo alla fine, crearsi una opinione. Il contrario di quello che sta facendo Twitter, e i colossi della Silicon Valley censurando il presidente Trump.
Ma torniamo ai fatti. Poco prima delle dichiarazioni dello 007 americano, che tirava in ballo Leonardo, l’ambasciata americana e il governo Conte, veniva arrestato Arturo D’Elia, un dipendente di Leonardo. L’accusa ufficiale la conosciamo grazie alla stampa mainstream. Il primo a darne notizia è Repubblica che rivela come l’hacker infedele di Leonardo SPA sia stato arrestato per reati informatici. A D’Elia, 38enne ebolitano, che già vanta attività di consulenza per le Procure di Benevento e Vallo della Lucania, viene contestata attività di spionaggio e dossieraggio e in particolare di aver “rubato” attraverso l’uso di trojan infiltrati con pennette USB nei terminali di Leonardo SPA, circa 10 giga di dati e oltre 100 mila file coperti da segreto aziendale. E’ sempre Repubblica a dirci che D’Elia nel 2006, ha già subito una condanna dal Tribunale di Salerno per aver violato il sistema informatico di una base militare americana in Oklahoma.

Secondo la procura di Napoli gli interessano soprattutto informazioni che riguardano la progettazione e produzione di velivoli militari. Ricordatevi questo aspetto, perché giunti a questo punto della storia, è abbastanza facile ipotizzare cosa realmente cercasse D’Elia tra i file della divisione aeronautica di Leonardo. Informazioni riguardanti il Super Drone Europeo.
Dopo l’arresto di D’Elia, Leonardo Spa ha chiarito che non ci sarebbero rischi per i dati “classificati ossia strategici” perché questi “sono trattati in aree segregate e quindi prive di connettività e comunque non presenti nel sito di Pomigliano d’Arco. La società di cui è Amministratore delegato Alessandro Profumo, condannato a ottobre per aggiotaggio e false comunicazioni sociali, a 6 anni di reclusione, non ha riferito ancora sul caso Elezioni Usa.
Ed è proprio a Pomigliano d’Arco, città natale del ministro Di Maio, che D’Elia ha attivato lo spionaggio informatico, in uno dei dei tre stabilimenti di Leonardo (gli altri due sono a Grottaglie in provincia di Taranto e a Foggia).
La procura di Napoli ci dà un dettaglio importante: a D’Elia dicono gli inquirenti interessavano informazioni su velivoli militari. E qui possiamo azzardare un’ipotesi, tutt’altro che peregrina. Nei siti italiani della divisione aerononautica di Leonardo ci si sta occupando già dal 2019 dell’Eurodrone. Pomigliano, Grottaglie e Foggia sono in grave crisi per via dello stop ai voli civili e al traffico aereo dovuto al Covid19, ma la produzione militare invece prosegue.
Che cos’è allora l’Eurodrone? Si tratta di un bimotore turboelica che non ha pilota umano, alla cui produzione stanno lavorando 4 governi europei: Italia, Francia, Spagna e Germania. Il contratto di produzione, che coinvolge anche Leonardo per l’Italia, la francese Dassault Aviation e Airbus D&S, è fissato per l’inizio del 2021.
Il velivolo, che potrà essere usato non solo in ambito militare ma anche civile,
si chiamerà MALE RPAS (Medium Altitude Long Endurance, Remotely Piloted Aircraft System ), un oggetto volante da circa 200 milioni di euro a esemplare, che finirà per rompere il monopolio dell’aeronautica senza piloti di fabbricazione statunitense.

Il mercato oggi è infatti dominato dai droni americani Reaper.
L’eurodrone potrà trasportare in futuro civili in voli nazionali e internazionali oltreché, ovviamente, essere utilizzato in operazioni militari ad alta complessità. Insomma l’eurodrone si preannuncia come un gioiello della tecnologia e dell’ingegneria aeronautica militare e non solo.
Il progetto è partito nel 2015 e prevede la costruzione di 63 velivoli e a cui Italia, Germania, Spagna e Francia partecipano con un investimento di 7 miliardi di euro ciascuno. E’ a queste informazioni che puntava D’Elia? Con l’intento di trovare qualcuno disposto a comprargliele oppure dietro commissione di qualcuno? Sono domande che è lecito fare.
Certo agli americani la fine di un monopolio non può fare piacere, e arrivati a questo punto della storia, possiamo fissare un punto certo. Le attività di D’Elia potrebbero inserirsi nell’alveo di una guerra sulle informazioni per la supremazia nell’aviazione militare che coinvolgono gli Stati Uniti. Questo al netto di quello che emergerà sulla storia del satellite.
A settembre era stato il ministero della Difesa francese, Florence Parly, ad annunciare che la firma per iniziare la produzione dell’eurodrone sarebbe arrivata quest’anno. “Siamo piuttosto ottimisti su questo progetto”, trapelava da fonti della Difesa di Parigi, citate dall’AFP.
Mentre cerchiamo maggiori informazioni per verificare il ruolo di Arturo D’Elia nelle elezioni americane, capire bene anche il valore commerciale militare e strategico legato all’Eurodrone crediamo sia fondamentale per capire molte cose,e da queste pagine avviamo una seria riflessione spingendovi a notare cosa c’è scritto sulla pagina internet di Leonardo SPA dedicata proprio all’eurodrone made in Europa, MALE RPAS: C’è scritto “Sovranità Europea”.

La domanda è retorica, per questo non vi forniamo la risposta. A chi dà fastidio che l’Italia e le maggiori nazioni europee si dotino di un velivolo senza pilota le cui capacità sono considerate avanzatissime, progettato – si legge sul sito di Leonardo – per missioni civili e ISTAR militari. “Un velivolo caratterizzato da capacità 24/7 diurne e notturne, per operazioni ognitempo, di facile manutenzione e interoperabilità con i sistemi di difesa esistenti e futuri. Il sistema otterrà la piena certificazione di aeronavigabilità e capacità di integrazione con il traffico aereo (ATI) negli spazi aerei non segregati.”
https://www.leonardocompany.com/it/products/male-rpas
Quanto fin qui raccontato ci pone allora delle domande d’obbligo anche sull’affidavit firmato dall’avvocato Alfio D’Urso, il giorno della befana. Affidavit che lo ricordiamo, collocherebbe le attività di Arturo D’Elia, ben oltre lo spionaggio per scopi militari, come suggerito dalla Procura di Napoli, per posizionarle nell’ambito(addirittura) della frode elettorale legata alla compromissione dei server Dominion per favorire Biden contro Trump alle elezioni presidenziali.
Su questo punto, vogliamo essere cauti. Verificheremo per bene. La nostra redazione oggi è entrata in contatto con lo studio dell’Avvocato Alfio D’Urso. Ulteriori dettagli speriamo di poterli dare nelle prossime ore.
Ma al netto della frode sul satellite per scopi elettorali, il coinvolgimento di uomini dell’intelligence e della diplomazia americana a Roma, così come ce l’aveva raccontata l’agente CIA Bradley Johnson, torna utile anche all’analisi di una guerra legata al dominio dei cieli e alla sovranità dei popoli europei. Italia in testa.
Confidiamo adesso che i giudici partenopei si ricordino di chiedere a D’Elia se stava cercando informazioni proprio sull’Eurodrone, nell’ambito di una guerra commerciale che ha risvolti militari e strategici.
riccardo.corsetto@gmail.com
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