Ilva si salva con l’IRI. Mandiamo a cagare la scuola di Chicago

Abbiamo avuto due milioni di morti per passare dalla sottomissione di eleganti imperatori a volgari azionisti? Lo Stato torni imprenditore nei settori cruciali

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di Riccardo Corsetto

Italia mia ma che fine hai fatto? Ma non vi fa tenerezza, anzi tristezza, vedere il presidente del nostro Governo doversi affannare tra il braccio di ferro e la genuflessione con i vertici di una multinazionale privata?
Ma può essere che nel Millennio III l’occupazione dei dipendenti della prima industria siderurgica europea sia appesa ai capricci di un consiglio d’amministrazione indiano? Per cui per altro l’Ilva è sempre stato il primo competitor europeo? Scudo o non scudo, ad Arcelor conviene sempre di più un’Ilva definitivamente fuori gara che un’Ilva sul groppone. Ma mannaggia la miseria! abbiamo edificato sul sangue di due milioni di morti tra Risorgimento e II Guerra Mondiale uno Stato indipendente per trovarci alla mercé dei mercati e di collegi sindacali estranei? Ma non era meglio restare sotto i Borboni e l’impero Austroungarico? Abbiamo esautorato eleganti imperatori per incoronare volgari azionisti?
Ma stiamo scherzando?
Bestemmio se dico che lo Stato deve tornare a fare industria direttamente in settori nevralgici, dal siderurgico all’aviazione? Per non parlare del credito…

Ma mi date del fascista se dico che dobbiamo risuscitare l’IRI – guarda caso distrutta e svenduta dal Prodi eroe della moneta unica e dei trattati capestro – e costruire da oggi un futuro dove il capo del nostro Governo decide da se – con l’aiuto costituzionale del parlamento – le proprie politiche industriali e occupazionali?
O dobbiamo continuare a vedere Conti vari mendicare a nome di 60 milioni di italiani nell’ufficio di amministratori delegati che rispondono a qualche decina di azionisti in mutande dal ponte di uno Yacht?
Non è l’Italia che ci hanno lasciato i nostri nonni e non è l’Italia che dobbiamo lasciare ai nostri nipoti. E mandiamo a cagare la scuola di Chicago. Tanto ormai siamo abbastanza grandi per aver capito una cosa: l’ultraliberismo funziona solo in tempo di vacche grasse. In tempi di crisi bisogna sempre ricorrere a ricette keynesiane, e la dice lunga la cronaca se anche la Presidentessa della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen parli di aiutare Ilva con un “nuovo corso” , prendendo a prestito il Nes Dail rooseveltiano. (L’UNICO)

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