Visto il numero crescente di migranti che l’Europa ha visto arrivare nell’ultimo anno, la Commissione europea ha presentato l’agenda sulla migrazione volta ad aiutare gli Stati membri dell’Unione a far fronte alla crisi migratoria.
La Commissione ha proposto una lista di azioni prioritarie, approvate dai capi di Stato e di governo. In primis gli Stati membri hanno riconosciuto l’urgente bisogno di aumentare i finanziamenti nazionali. La Commissione ha proposto l’aumento del budget fissato per 2016: saranno spesi 9,2 miliardi per la crisi dei rifugiati.
È inoltre stata decisa la ricollocazione di 160 mila persone bisognose di protezione internazionale, per ridurre la pressione sugli Stati membri maggiormente sollecitati, ovvero Grecia, Italia e Ungheria. Altro punto fondamentale è il miglioramento delle politiche di rimpatrio. La Commissione ha elaborato un manuale comune e un piano d’azione sul rimpatrio. Gli Stati membri dovranno perciò adottare una serie di misure per favorire il rimpatrio volontario, migliorare la condivisione delle informazioni e rafforzare il ruolo di Frontex – l’agenzia delle frontiere esterne – nelle operazioni di rimpatrio. La dimensione esterna della crisi migratoria è stata definita cruciale. La Commissione ha dunque deciso di sostenere con impegno le azioni diplomatiche volte a risolvere i conflitti in Iraq, Siria e Libia. Un sostegno finanziario importante deve inoltre continuare ad essere assicurato ai paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati siriani, quali Giordania, Turchia e Libano. Un supporto pratico è richiesto anche per i paesi appartenenti o candidati all’adesione all’UE che si trovano in situazioni di crisi, come Serbia, Croazia e Slovenia. Infine, 1,8 miliardi sono stati stanziati per costituire un Fondo Fiduciario di Emergenza per l’Africa, per tentare di risolvere le cause profonde dei flussi migratori provenienti dalle regioni del Corno d’Africa, dell’Africa settentrionale e del Sahel. Nonostante queste iniziative, a gennaio 2016 il Commissario europeo Avramopoulos ha osservato che la crisi migratoria sta aumentando. In un incontro con la commissione parlamentare per le Libertà civili, per la Giustizia e gli Affari interni, il Commissario ha discusso sulla messa in atto delle misure proposte e approvate dall’UE nel 2015. È emerso che, dei 160 mila migranti da ricollocare, finora solo 272 sono stati effettivamente trasferiti. Inoltre, c’è stato un consenso unanime sulla necessità di una revisione profonda della Convenzione di Dublino, che regola attualmente numerose norme in materia di diritto di asilo. In Grecia e in Italia si stanno realizzando nuovi centri d’accoglienza, allo scopo di ricevere e registrare i migranti in arrivo, per poi selezionarli rapidamente e ricollocare i rifugiati che vengono ritenuti bisognosi di diritto di asilo. Nel corso del dibattito, tuttavia, la deputata italiana di EFDD, Laura Ferrara, ha fatto presente che i processi di registrazione in Italia sono ancora troppo lenti e poco efficaci. Il Commissario Avramopoulos ha però assicurato di essere lui stesso impegnato nel miglioramento dei cosiddetti hotspot – i punti di crisi -. La situazione migranti resta difficile, e Avramopoulos insiste che solo con la solidarietà e l’unità dei paesi dell’UE si potrà far fronte alla crisi migratoria. [Marianna Cavalli]
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