“Il raggio di speranza che molti di noi (dell’Europa meridionale) aspettavano alla fine è arrivato”. Esordisce così l’articolo pubblicato dal quotidiano spagnolo Ediciones Páralo, proponendo un’intervista a Gianluigi Paragone, in cui l’ex grillino ha evidenziato gli obiettivi e i principali punti costituenti il manifesto della sua nuova creatura politica, Italexit.
“Se continuiamo con le stesse politiche, l’Italia sarà più povera, più umiliata e ancor più in svendita”. Così risponde Paragone al quotidiano che gli chiede come immagina l’Italia fra un decennio. “È importante che si capisca che l’Unione europea è un nemico che impoverisce. L’Europa sfrutta le risorse italiane”, aggiunge. Infatti, “quando i cittadini annegano, l’Europa lascia loro mettere la testa fuori dall’acqua per respirare, ma poi gliela fa rimettere”.
Il senatore spiega, poi, qual è secondo lui l’ostacolo principale alla sua lotta per la sovranità monetaria. “La mia paura principale è che agli italiani non venga data l’opportunità di comprendere la mia proposta – dice -. Se gli italiani non si fidano di un partito per vincere un simile voto, non c’è nulla da fare”.
Tre sono le parole chiave di Italexit – socialismo, cattolicesimo e liberalismo – per consentire all’Italia, ma anche all’intera Europa meridionale, di riappropriarsi della sovranità, capace di mettere la parola fine al disastro economico causato dall’euro e dall’Europa.
Ciò che rende innovativo Italexit, secondo il suo fondatore, è la Modern Money Theory, con la quale il movimento intende migliorare profondamente la situazione economica italiana e di tutti i paesi che vorranno seguirne le orme. Si tratta di una prospettiva importante, e proprio questa “sarà lo strumento mediante il quale si potrà riparare la macchina economica, al fine di raggiungere la piena occupazione”. L’esatto contrario degli obiettivi di austerity posti dall’élite dell’Unione, che “approfitta della crisi per impoverire i cittadini”.
“Quando un lavoratore si lamenta che i suoi diritti sul lavoro non vengono rispettati e che viene sfruttato dal sistema economico – conclude Paragone -, al lavoratore non importa se sei a sinistra o a destra. Ciò che ti chiede è se sei disposto a lottare per i suoi diritti. La Costituzione è stata scritta con l’obiettivo di trovare un equilibrio ottimale. Ecco perché i diritti dell’imprenditore e del lavoratore trovano un punto di unione nella Costituzione italiana”.
Francesco Amato
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