La Raggi sfratta 20 autistici da casa famiglia de La Pisana

20 ragazzi autistici (e le loro famiglie) sfrattate dal Movimento 5 Stelle di Roma Capitale, senza pietà. L’ARPA, gestore della Casa famiglia nella ex scuola “La Pisana” in Via Baldassarre Longhena, è stata sfrattata senza complimenti dall'amministrazione di Roma Capitale. La video-denuncia di Sezione Ponte Milvio

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Copritevi di un manto di vergogna“. Così l’esponente della Lega Riccardo Corsetto si rivolge alla sindaca Virginia Raggi e alla Presidente del XII Municipio Silvia Crescimanno, in un video editoriale apparso sulla pagina Facebook di Con Matteo Salvini Sezione Ponte Milvio. Corsetto legge parte della lettera inviata da un genitore di uno dei ragazzi, molti dei quali adolescenti e minorenni, sfrattati dalla Casa Famiglia della Pisana, in ex scuola dismessa del Comune, dove i genitori dal 2014 avevano investito risorse private per costruire una Casa Famiglia.

LA DENUNCIA DI RICCARDO CORSETTO

20 ragazzi autistici (e le loro famiglie) sfrattate dal Movimento 5 Stelle di Roma Capitale, senza pietà. L’ARPA, gestore della Casa famiglia nella ex scuola “La Pisana” a in Via Baldassarre Longhena, è stata sfrattata senza complimenti dall'amministrazione di Roma Capitale. ASCOLTA la denuncia di Sezione PONTE MILVIO

Posted by Con Salvini Roma Nord – Sezione Ponte Milvio on Sunday, May 17, 2020

“L’ARPA – raccontano i genitori – è un’associazione di famiglie con figli autistici e disabili intellettivi. Nel 1995 dopo presentazione di un Progetto avevamo chiesto e ottenuto dal Comune di Roma una parte dell’ex scuola “La Pisana” sita in Via Baldassarre Longhena 98. Il fine era quello di realizzare in quella scuola in disuso un centro per l’autismo e soprattutto una Casa Famiglia per quei figli autistici”.

L’ARPA si impegnava quindi a ristrutturare a proprie spese l’immobile per adibirlo e adeguarlo alle vigenti norme per svolgere attività per i disabili. L’Associazione ha mantenuto l’impegno: è riuscita ad ottenere fondi da privati, dalla Regione, e ha messo anche fondi propri delle famiglie, i risparmi, per dare una “casa” ai propri figli disabili. Nel 2014 l’associazione Arpa otteneva finalmente l’autorizzazione da parte del Comune di Roma all’apertura e al funzionamento di due case famiglia.

Le due strutture sono composte complessivamente da 20 Camere da letto, 20 bagni, oltre a due cucine, sale da pranzo e soggiorni – raccontano i genitori. Le famiglie hanno arredato, a proprie spese, tutte le camere da letto, le cucine e i bagni. Ogni camera ha letti e tutto il necessario per quanto riguarda la biancheria, le sedie e gli arredi in genere. La Regione Lazio, per la Legge 112, ha pubblicato l’elenco di strutture idonee a svolgere le attività di Casa famiglia per i disabili. In questo elenco l’ARPA è presente.

A seguito di ciò L’ARPA è stata contattata dalla ASL Rm1 per avviare un primo nucleo di disabili nella Casa Famiglia. Ora in questo “bel” clima di fondata speranza per i nostri  figli – si legge nella lettera dei genitori – arriva improvviso da parte del Comuna e del Municipio XII lo sfratto. Il Municipio – denunciano i genitori – ci comunica che non abbiamo rispettato alcune clausole e ordina lo sfratto forzoso con la Polizia Giudiziaria.

Di vero, in tutta questa faccenda è che non abbiamo pagato l’affitto, ma la concessione prevedeva che per pagarlo, avrebbe dovuto sederci un tavolo di confronto tra Comune ed Arpa, per quantificare le somme spese per la ristrutturazione, sottraendole dalle spese d’affitto della struttura. “L’ARPA ha scritto e sollecitato più volte il Comune per incontrarlo e fare “i conti”, ma il Comune non ha mai risposto. Nella struttura c’è anche una disabile di 56 anni, che vive sulla sedia a rotelle – raccontano. E’ giusto tutto ciò?” si chiedono i genitori.

“Dobbiamo andarcene lasciando tutto quello che è nostro, pagato con i nostri risparmi ed essere cacciati?”. “Tra un anno sarete giudicati dai cittadini per come state amministrando – dice Corsetto nel video. “Siete incapaci e insensibili”. Lo sfratto è avvenuto a marzo. L’Arpa ha chiesto una sospensiva al TAR che non l’ha concessa. Adesso le famiglie potrebbero ricorrere al Consiglio di Stato. (L’UNICO)

F.A.

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