La Polizia di Stato di Latina sta dando esecuzione ad una serie di perquisizioni domiciliari su tutto il territorio nazionale nei confronti di leaders ed esponenti del Movimento 9 Dicembre – Forconi.
L’attività è condotta dalla DIGOS di Latina, in collaborazione con le DIGOS di Ascoli, Campobasso, Como, Firenze, Roma, Taranto, Treviso e con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
Sei perquisizioni sono state effettuate questa mattina dalla Digos di Latina. L’attività è stata delegata dalla Procura di Latina. Proprio in provincia di Latina è presente, infatti, il nucleo principale del movimento e diversi leader dei Forconi. Sono complessivamente 18 gli indagati su tutto il territorio nazionale. I reati ipotizzati nell’indagine sono di associazione a delinquere finalizzata all’istigazione a delinquere e usurpazione di pubbliche funzioni. Walter Dian, capo della Digos della Questura di Latina, ha parlato di “evidente tentativo di sostituirsi all’ordine dello Stato”.
Destinatari delle perquisizioni sono persone evidenziatesi nei mesi scorsi per la loro appartenenza o comunque vicinanza al Movimento e che hanno manifestato l’intenzione di porre in essere una serie di condotte criminose finalizzate, in particolare, a dare esecuzione al cosiddetto “Ordine di Cattura Popolare”, un documento di 19 pagine redatto da alcuni tra gli odierni indagati e dal contenuto fortemente istigatorio con il quale si incitano i cittadini ad “arrestare” tutti i parlamentari della Repubblica, gli esponenti del Governo e finanche il Presidente della Repubblica.
Al riguardo, emblematico è quanto accaduto lo scorso 14 dicembre nei pressi di Montecitorio, allorquando un gruppo di aderenti aggredì l’ex parlamentare Osvaldo Napoli per eseguire il “primo arresto popolare di un politico”: nella circostanza, l’intervento di Polizia e Carabinieri in servizio di vigilanza scongiurò conseguenze peggiori e permise di identificare e denunciare 14 persone.
Nel corso dell’indagine gli odierni indagati si sono evidenziati oltre che per aver depositato presso alcuni Uffici di Polizia il suindicato “Ordine di Cattura Popolare” anche per aver postato sui social network inquietanti proclami di rivolta sociale e per aver partecipato a iniziative di piazza connotate da illegalità tra cui il citato tentativo di “arresto”. (L’UNICO)
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