
Molti osservatori non si spiegano la resistenza impossibile di Zelenksy contro chi non può battere militarmente. Pochi però si sono chiesti come mai l’invasione russa in Ucraina non stia andando liscia e veloce come accaduto in Georgia nel 2008, quando i georgiani volevano sottomettere i secessionisti dell’Ossezia del Sud, o in Crimea, con i russi dell’istmo che domina il Mar Nero che accolsero Putin fiori in mano e braccia aperte, e non fu sparato un colpo.
Ci sono due motivi che sfuggono all’opinione pubblica e questi motivi sono ovviamente gli USA di Biden (che in Ucraina ha interessi diretti e persino personali sin dai tempi in cui Obama presidente lo inviò a Kiev per gestire la transizione democratica dell’ex repubblica sovietica). Ma il motivo emotivamente preminente è la paura di Zelensky delle vendette interne ad opera del “Battaglione Azov” che espone la Wolfsangel di Hitler nei suoi vessilli ufficiali e che, dai tempi del predecessore di Zelensky, Poroshenko, è diventata fanteria leggera ufficiale del Corpo d’Armata Ucraino. Regolarizzata e che fonda quindi almeno su un dato oggettivo le frasi di Putin sulla presenza neonazista in Ucraina nei reparti operativi militari dello Stato. Gli “AZOV” paramilitari nazionalisti, il cui nome deriva dal Mare d’Azov minacciano di golpe Zelensky in caso di quiescenza alle richieste di Putin in riferimento alle terre secessioniste del Donbass e della Crimea.

Questo lo sanno bene anche gli ucraini. La resa a Putin per Zelensky potrebbe significare essere assassinato in stile Rabin, per chiarirci.
Con un conseguente Golpe per tradimento, che dovrebbe farci porre delle domande sull’effettiva maturazione democratica dell’Ucraina, per un suo ingresso in NATO e UE.
Vietato quindi abdicare allo Zar di Mosca. Ecco come si spiega forse questa tragica, utopica e velleitaria resistenza dell’ex comico Zelensky – attore, ballerino e cabarettista che solo qualche anno fa, nel 2016 suonava un pianoforte con il pene, come farebbe Mister Bean, e che oggi, ha la pistola fumante dei nazi-ucraini alla tempia e i cannoni di Putin alla fronte. Con la NATO che soffia sul fuoco per vantaggi che nulla hanno a che fare con gli interessi d’Europa.
https://www.youtube.com/watch?v=oua0Puihrkc
Zelensky poteva suonare un piano senza mani, ma che piaccia o meno non ha alcuna possibilità di battere l’Armata russa da solo. Alla fine la sua resistenza sotto minaccia e poco spontanea servirà solo a lasciare sul campo tanti morti che si potevano evitare con la diplomazia e comprendendo cosa è l’Ucraina oggi.
Zelensky preferisce perdere con Putin, piuttosto che arrendersi perché questo non comprometterà necessariamente la sua vita, ma non combattere forse sì. Per mano degli stessi militari nazionalisti ucraini che nel 2014 costrinsero il presidente Janukovyč, vicino a Putin, a fuggire in elicottero in pericolo di vita per rifugiarsi al Cremlino.
LA GUERRA DI ZELENSKY RISCHIA DI RIPORTARE I SIMBOLI DI HITLER IN EUROPA
Ma chi sono veramente quelli del battaglione AZOV lo racconta un dossier dell’OSCE del 2016, che chiede all’Ucraina di scioglierlo. Si tratta di un gruppo di paramilitari di ispirazione neonazista, costituitisi in Ucraina a partire dalla rivolta del 2014 che rovesciò il Presidente eletto filorusso Janukovyč, e che poi secondo rapporti ufficiali internazionali si sarebbero resi protagonisti di crimini di guerra nei confronti delle milizie separatiste russe del Donbass e dei civili russi abitanti in quella regione, in cui dal 2014 ad oggi la guerra di secessione ha prodotto diverse migliaia di morti, che l’opinione pubblica del mondo ha ignorato: basti pensare che al G7 di giugno nei verbali della conferenza internazionale tra i 7 “grandi” del pianeta Terra c’erano paginate di relazioni sul tema “gender” e venti righe sulla polveriera Ucraina. A dimostrazione di quanto questo conflitto sia stato preparato da un imperdonabile e forse voluto disinteresse.
Stupri, svastiche, saccheggi e bombe per imporre il “suprematismo etnico” sui russi del Donbass utilizzate sotto l’egida ufficiale del corpo d’armata di Zelensky e di Porošenko prima di lui, che debbono dare la dimensione – anche a chi ha interesse a mettere i “buoni” tutti da una parte e i “cattivi” dall’altra – di come l’Ucraina non sia un paese pronto per entrare in Nato e in Unione Europea , se espone “Hitler” nei corpi d’armata dello Stato. ovvero il battaglione AZOV quando la comunità internazionale da tempo ne chiede lo scioglimento.
A marzo peraltro secondo informative russe l’esercito Ucraino si preparava ad attaccare i separatisti in Donbass per riannettere quelle terre dopo l’autoproclamazione del 2015 che gli USA, padri del principio di “autodeterminazione dei popoli” almeno dai tempi di Wilson, accettarono nel caso del Kosovo separatista dalla ex Jugoslavia negli anni 90 ma, va a capire, non accettarono per il Donbass separatista dall’Ucraina nel 2015.
Autoproclamazione a targhe alterne. Quando conviene. Autodeterminazione USA e getta insomma. Come gira a Washington, giustamente padrona di un mondo dove l’Europa esiste solo come pachiderma burocratico senza una reale idea di politica estera né di Occidente.

Gli europei, italiani compresi, parlo delle società civili, dell’opinione pubblica, possono far molto per porre fine a questo scempio e all’orrore della guerra. Basta iniziare a smettere di difendere Zelensky come partigiano della ragione assoluta e a rifornirlo di giorni in più in cui esporre ucraini ai cannoni. Basta protestare contro l’ottusità dei nostri governanti che incitano i poveri ucraini civili e innocenti a resistere contro un nemico che non possono battere senza l’intervento degli eserciti occidentali. Bisogna essere consapevoli che ogni giorno in più di non resa di Zelensky significa solo un giorno di nuovi morti, per una causa che porta il sigillo della Shoa. L’Europa e gli USA hanno usato i russi nella Seconda Guerra Mondiale per fermare i nazisti. Oggi, Biden che ha finanziato AZOV attraverso Zelensky e Porošenko dal 2014, essendo responsabile della “transizione” Ucraina per il governo Obama – utilizza i nazisti contro i russi.
Se volessimo davvero bene alla pace dovremmo andare sotto le ambasciate d’Ucraina non a portare ipocriti fiori ma la richiesta di arrendersi.
Anche perché il motivo di questa guerra è la neutralità o l’ingresso in Ue dell’Ucraina. E non mi pare – anche se nessuno lo dice – che l’ingresso in Europa e in Nato di un paese che espone la Wolfsangel di Hitler nei suoi reparti ufficiali sia per noi europei un valido motivo per accendere la terza guerra mondiale.
Ho grande rispetto per i cittadini ucraini, ma il suo governo sta producendo morti inutili ed evitabili con la diplomazia.
Kiev dovrebbe arrendersi e presto. Per consapevolezza dei propri mezzi, per il bene dei suoi figli e per la sicurezza del mondo. E anche perché la guerra da sola non potrà vincerla, ma la pace si.
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