Magliano Sabina, la Casa Alloggio “chiude per sempre” ma l’amministrazione tace

E' confermato inoltre che la Procura della Repubblica sta indagando per verificare eventuali responsabilità penali dietro la morte di due ospiti della struttura per anziani, deceduti lo scorso anno per Covid

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Riccardo Corsetto, direttore responsabile. Qui con il magistrato Simonetta Matone 

di Riccardo Corsetto*

Adesso possiamo confermare che la Casa Alloggio di Magliano Sabina chiuderà per sempre. Per adeguamenti strutturali che l’amministrazione non ha in conto di effettuare. Così mentre fuggono i giovani, da un lato, si respingeranno gli anziani dall’altro. Condannando il paese alla fine della speranza. Che paese è quel paese che non si cura dei giovani e anziani?
E’ confermato inoltre che la Procura della Repubblica sta indagando per verificare eventuali responsabilità penali dietro la morte di due ospiti della struttura per anziani, deceduti lo scorso anno per Covid.

L’indagine ha avuto impulso grazie all’esposto dei familiari di uno degli anziani deceduti all’ospedale di Viterbo.

Mentre i magistrati romani indagano, i NAS stilano verbali, e il gestore della cooperativa chiede adeguamenti per continuare a fornire il servizio, il primo cittadino di Magliano Sabina tace. Ad una reiterata richiesta di accesso agli atti del sottoscritto non ha mai risposto, confermando che la trasparenza nel Palazzo di Magliano Sabina non ha cittadinanza. I consigli comunali si convocano con pause siderali, una volta ogni quattro mesi se va bene. Ai consiglieri si inviano bilanci di centinaia di pagine poche ore prima dei consigli per metterli in condizione di non capire.

In uno degli ultimi consigli, a precisa domanda dell’opposizione sul destino della Casa Alloggio, il sindaco Falcetta ha risposto glissando, o meglio non ha risposto circa il destino della struttura.
E’ evidente che chi minacciava il sottoscritto di querele per diffamazione (vedi cooperativa Intesa) per aver rivelato alla cittadinanza quanto stava accadendo nella casa alloggio, e poi l’esistenza di un verbale del NAS dei Carabinieri di Viterbo su alcune irregolarità strutturali, e infine le denunce di alcune operatrici lasciate a lavorare senza dispositivi anticovid all’interno della struttura, ora pare dover ammettere, obtorto collo,  che il sottoscritto aveva ragione.
La nuova Cooperativa subentrata a Consorzio Intesa nel gennaio dello scorso anno, avrebbe chiesto adeguamenti dei locali, come messi nero su bianco in un verbale dei Carabinieri, ancor prima che scoppiasse il focolaio killer. Adeguamenti che non ci saranno.

Ma il silenzio del sindaco sul destino della struttura è assordante. Per non parlare dell’assessore alle politiche sociali Eleonora Berni, inesistente, che non si vede intervenire in aula dal giorno dell’insediamento post elezioni.

Da Piazza Garibaldi l’amministrazione lamenta assenza di fondi per garantire il servizio nelle regole e in sicurezza. Un servizio che però è essenziale, che negli anni passati ha rappresentato il fiore all’occhiello di Magliano, al di là dei colori politici. E che ora che è stato già interrotto visto che non vengono accettati nuovi ospiti, segna pesantemente il bilancio politico dell’avventura di Giulio Falcetta. Che sarà ricordato come il sindaco che oltre ai giovani faceva fuggire gli anziani.
Ma gli anziani si sa, oggi contano poco. In una società sempre più votata all’immagine e al profitto, sono diventati rifiuto non riciclabile. Un tempo erano il “bastone” della nostra speranza e il “bastione” della nostra memoria. Oggi un peso su cui i bilanci politici non investono un euro ne parole in trasparenza. Falcetta non comunicò mentre morivano, come potremmo aspettarci che comunichi qualcosa adesso che l’ultimo servizio degno di valore sociale chiude sotto la sua gestione?
Per l’amministrazione contano poco evidentemente anche i destini degli operatori che perderanno il posto di lavoro. E non si capisce che destino avranno.

Attualmente, secondo quanto riferito al sottoscritto da fonti dirette, il servizio continua esclusivamente per gli anziani già ospiti, a cui bisogna dare continuità fino alla scadenza dei contratti di assistenza.
Dopo si chiuderà per sempre.

Così da Magliano fuggono i giovani e si respingono gli anziani. Che tradotto significa morte alla speranza.
Non più da “politico”, ma da amico di Magliano, innamorato della Sabina, sono sicuro che se l’amministrazione cercasse la collaborazione di tutti per salvare la Casa Alloggio dalla chiusura la troverebbe in tutti noi. Al di là delle polemiche. Basterebbe iniziare a parlarne in consiglio comunale. Un anno fa se chi ne ha il potere avesse lavorato per salvare la struttura, avremmo un’altra storia. Ma si  preferì dire che Corsetto raccontava fandonie infondate. Questa Giunta non esiste. Non assolve la sua funzione, e quando si riunisce lo fa occupandosi di argomenti di bassa ragioneria contabile. Ma gli anziani non sono numeri, sono persone. Di cui la politica ha il dovere di occuparsi.

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