La Cassazione Penale con recente pronuncia (Cass. Pen. sez. II, sentenza 17/11/2015 n° 45642) ha ritenuto che l’usura scatta alla contabilizzazione degli interessi.
Lo dichiara in una nota il Presidente di AN.TE, Associazione nazionale Tecnici Econometrici, Michel Emi Maritato.
La Corte di Cassazione pone l’accento sul fatto che, sebbene il reato di usura possa ritenersi consumato già con la sola pattuizione tra banca e cliente dell’interesse oltre soglia, affinchè si configuri, concretamente, il profitto illecito è necessario il conseguimento di un introito da parte dell’istituto bancario: “in tema di usura, il profitto confiscabile, ex art. 644 c.p., coincide con gli interessi usurari concretamente corrisposti …” (Cass. Sez. 6 sent. n. 45090 del 02/10/2014).
“La novita’ sulla pronuncia – dichiara Maritato– arriva dal fatto di ricomprendere nel concetto di “interessi usurari concretamente corrisposti” anche quelli erogati mediante l’emissione di titoli di credito, indipendentemente dall’ effettivo utilizzo di tali titoli.” “Tali documenti, infatti, -prosegue Maritato – per la loro autonomia rispetto ai diritti incorporati, possono essere comunque oggetto di misura ablatoria.
Accade, quindi, che la banca è in condizione di disporre delle somme che confluiscono sul conto corrente del cliente anche per mezzo di eventuali titoli di credito riducendo, in tal modo, il proprio credito nei confronti del cliente medesimo. Un passo in avanti per tutelare chi?Non di certo il consumatore finale.” “Daremo battaglia su questa sentenza – conclude Maritato– e cercheremo con studi seri di dimostrare e delegittimare tale orientamento”.
Maritato: usura bancaria scatta alla contabilizzazione degli interessi
Il reato di usura può ritenersi già con la sola pattuizione tra banca e cliente dell'interesse
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