Marra, Cassazione ha deciso: rimarrà in carcere

La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall'avvocato Francesco Scacchi per la scarcerazione di Raffaele Marra. Il legale: "È mancata l'autonoma valutazione da parte del giudice che doveva valutare la sussistenza delle condizioni per l'arresto di Raffaele Marra emesso dal gip"

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L’ex capo del personale del Campidoglio, Raffaele Marra, arrestato per corruzione su richiesta della Procura di Roma lo scorso dicembre, deve rimanere in carcere. Lo ha chiesto il sostituto procuratore generale della Cassazione, Roberto Aniello, chiedendo il rigetto del ricorso presentato dall’avvocato Francesco Scacchi, difensore dell’ex finanziere detenuto a Regina Coeli.

Marra è accusato di aver ricevuto 370 mila euro nel 2013 dall’immobiliarista Sergio Scarpellini, anche lui indagato, per l’acquisto di una casa nel quartiere Prati Fiscali della Capitale, in cambio di favori. L’udienza in Cassazione si è svolta in camera di consiglio davanti alla Sesta Sezione penale presieduta da Giovanni Conti. La decisione dei supremi giudici sarà emessa entro stasera o domani.

“È mancata l’autonoma valutazione da parte del giudice che doveva valutare la sussistenza delle condizioni per l’arresto di Raffaele Marra emesso dal gip”, ha detto l’avvocato di Marra Francesco Scacchi al termine dell’udienza in Cassazione. Il legale ha spiegato che l’ordinanza che lo scorso 4 gennaio aveva confermato la misura cautelare si basa su un provvedimento “copia e incolla” e in quanto tale “non conforme alla legge”. In sostanza il giudice avrebbe “recepito” acriticamente la richiesta di arresto. Marra è stato rinviato a giudizio con rito immediato e l’udienza è fissata per il prossimo maggio, ma siccome il ricorso in Cassazione è stato presentato prima del rinvio a giudizio, i supremi giudici non possono tenere conto della fissazione dell’udienza per valutare la cessazione delle esigenze di custodia cautelare. (L’UNICO)

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