È pronta finalmente la fermata S. Giovanni della metro C, che diventa il punto di collegamento con la linea arancione. La nuova stazione diventa una perfetta sintesi tra passato e futuro: una stazione-museo merito del lavoro degli archeologi.
Oggi la sindaca ha ricevuto la consegna dea nuova stazione e domani sarà il giorno dell’open day per consentire ai romani di visitare il museo a 27 metri di profondità, tra statue e oggetti della vita quotidiana. L’apertura ufficiale però è prevista per il prossimo autunno, secondo quanto ha promesso l’assessore alla Mobilità Linda Meleo. Ma rimangono alcune incognite: se Atac e Roma Capitale sapranno aumentare la frequenza finora fissata a 20 minuti della linea verde e se riusciranno a rispettare l’apertura nel 2021 della fermata Colosseo per agganciarsi anche alla linea B.
La rappresentazione del lavoro, la tecnologia e le finanze si ha subito nei 50 scalini che portano alla stazione: tre serigrafie che accolgono i visitatori e che raffigurano la fresa della talpa con cui è stato fatto lo scavo, la forma di una delle monete romane rinvenute durante gli scavi e quindi una mano in mezzo alle due ruote, uno dei marmi rinvenuti nello scavo del cantiere, che rappresenta lo strumento principale degli operai di allora e di oggi. Da qua inizia il “Viaggio nel tempo” realizzato attraverso il sogno dell’archeologa Rossella Rea e dei costruttori di Metro C. In dodici anni molti sono i soprintendenti che si sono susseguiti, ma a Francesco Prosperetti è toccato completare l’impresa. Un viaggio a 27 metri di profondità (15 per la linea A) scandito dal racconti di 21 fasi della storia dell’Urbe Caput Mundi.
Molte sono le opere esposte: un servizio dj piatti rinascimentale, le tracce dei palazzi dell’800 cancellati dalle costruzioni successive. Ma anche oggetti religiosi, monili personali e attrezzi per il lavoro e per la vita di tutti i giorni. I colori scandiscono le ere storiche e le scritte ne descrivono le caratteristiche. All’inizio, caratterizzata dall’azzurro, si trova la Roma moderna. Quindi, in rosso, si trova la Roma dei principi. Al piano delle banchine, infine, si trova la Roma della preistoria, che è stato il seme generativo del grande impero che Roma è diventato. Su quello stesso limo produttivo e fertile del Tevere, sul quale hanno trovato luogo la stessa basilica del Laterano e le grandi mura aureliane. (L’UNICO)
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