MMA, sport da contatto? Questione di riconoscimento

Passata alla ribalta con l’omicidio di Willy a Colleferro, l’MMA non è considerata tra gli sport di contatto elencati nel decreto di Spadafora. La ragione è giuridica, ed è legata al mancato riconoscimento da parte del CONI come disciplina di interesse nazionale.

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Tra gli sport, è certamente quello che fa discutere di più. Si tratta delle Mixed Martial Art, meglio note come MMA, tornate alla ribalta lo scorso agosto, in occasione dell’omicidio a Colleferro del giovane Willy Monteiro Duarte. Due dei suoi aggressori, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi di 24 e 26 anni, svolgevano proprio questa disciplina, una particolare variante delle arti marziali. Certamente non è questa l’unica causa del pestaggio, scatenato dopo che il giovane di origini capoverdiane era intervenuto per placare una lite in cui era coinvolto un suo amico, e gli aggressori avevano tutti precedenti penali.

Anche dalla FIGMMA (Federazione Italiana Grappling Mixed Martial Arts) hanno prenso le distanze dall’accaduto. “Chi non conosce i nostri sport non può sapere quali nobili valori trasmettono“, scriveva in una nota il presidente, Saverio Longo. Ma se è vero che le arti marziali educano a valori positivi, è tuttavia innegabile che in questa disciplina la violenza c’è, ed è concreta. Del resto, come scrive la stessa FIGGMA sul proprio sito, si tratta dello sport di combattimento a contatto pieno più completo che esiste ed è permesso utilizzare le tecniche e i colpi di tutte le arti marziali e gli sport di combattimento.

Appare curioso, allora, come proprio l’MMA non figuri tra gli sport da contatto individuati dal Ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spatafora, nel decreto dello scorso 13 ottobre, come anche in quello del 18 ottobre. Il decreto, infatti, ha limitato, e poi sospeso, a causa della pandemia da coronavirus, lo svolgimento delle gare dilettantistiche per questi sport, consentendo una deroga solamente ad alcune discipline da contatto limitatamente agli allenamenti in forma individuale e alle gare di carattere professionistico. Tra questi sport non è contemplato l’MMA.

Come mai? La questione è meramente giuridica. Il decreto di Spadafora ha esplicitamente consentito la deroga, nel rispetto delle norme anti-covid, solo alle discipline riconosciute di interesse nazionale dal CONI. Delle discipline gestite dalla FIGMMA – MMA, brazilian jiu-jitsu e grappling – solo quest’ultima è riconosciuta dal Comitato Olimpico, e infatti è l’unica ad apparire tra quelle consentite. Gli altri due sport, invece, non godono della deroga concessa dal decreto e rimangono per il momento sospesi.

Pur non essendo state riconosciute di interesse nazionale, il CONI ha affidato la gestione di MMA, grappling e brazilian jiu-jitsu alla FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali), federazione nazionale riconosciuta ufficialmente dal CONI. Essa, però, ne ha delegato la competenza alla FIGMMA, fondata nel 2009 proprio per la gestione esclusiva di queste tre discipline. A livello nazionale, dunque, la federazione non è direttamente riconosciuta dal CONI, ma lo è soltanto per il tramite della federazione per le arti marziali, che infatti inserisce le discipline tra quelle di propria pertinenza.

Ciè è dovuto anche al fatto che il Comitato Olimpico Nazionale può, per statuto, riconoscere una sola federazione per ciascuna categoria di sport legata ad una federazione internazionale. I tre sport sono, infatti, legati a tre diverse federazioni internazionali – la UWW per il grappling, la SJJIF per il brazilian jiu-jitsu e la IMMAF per l’MMA – e di queste solamente la UWW è riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale. Per questa ragione il grappling, diversamente dagli altri due sport, è stato inserito nell’elenco del CONI.

Dunque, l’MMA è una disciplina – prevista dal CONI, seppur, come abbiamo visto, non ufficialmente riconosciuta – di competenza della FIJLKAM, sulla quale tuttavia è la FIGMMA ad avere un maggiore potere gestionale. È la FIGMMA, infatti, a curare la formazione dei tecnici e degli ufficiali di gara.  In virtù della delega ricevuta dalla federazione nazionale per le arti marziali, inoltre, gli atleti tesserati alla FIGMMA vengono automaticamente iscritti anche alla FIJLKAM, e possono così godere della copertura assicurativa e di tutta l’assistenza necessaria. Per lo stesso principio, infine, anche le palestre e le società sportive vengono affiliate ad entrambe le federazioni, potendo praticare le discipline usufruendo di tutti i benefici fiscali e previdenziali previsti dalla legge.

Allora l’assenza dall’elenco degli sport da contatto del decreto di Spadafora non è legata alla sua categorizzazione: che il contatto ci sia è del tutto evidente. È solo una questione di riconoscimento tra le discipline sportive di interesse nazionale da parte del CONI. Proprio al Comitato Olimpico abbiamo chiesto maggiori informazioni. Dal CONI, però, ci hanno rimandato alla FIJLKAM, che ci ha confermato di aver delegato alla FIGMMA la gestione di queste discipline, ma di sentire quest’altra federazione per avere informazioni più dettagliate. Non abbiamo avuto risposta, ma – ci dicono dalla FIJLKAM – il processo di riconoscimento da parte del CONI dovrebbe essere stato avviato, ma non si sa quando sarà concluso.

Francesco Amato

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