Martedì le dimissioni dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro, una doccia fredda per l’amministrazione pentastellata, che rischia di portare la paralisi anche all’interno di Ama. Si paventa infatti la notizia dell’intenzione dell’attuale direttore generale Stefano Bina di rassegnare le proprie dimissioni. E tutto questo mentre in Campidoglio si prova a studiare il piano B dopo la defezione di Muraro.
Pare che Bina non abbia digerito l’ultimo atto dell’assessore all’Ambiente, e cioè la ridefinizione dell’assetto della municipalizzata per i rifiuti. Pare, infatti, che ai vertici siano stati posti uomini di fiducia della dimissionario, tra cui la nuova amministratrice unica Antonella Giglio. Bina, che comunque sarebbe rimasto in carica soltanto fino al 31 dicembre, quando la carica sarebbe sstata sostituita attraverso un concorso pubblico, potrebbe incontrare Beppe Grillo, che proverà a convincerlo a rimanere fino alla fine.
C’è malcontento tra i sindacati, che denunciano lo spoil-system. “Il giorno delle dimissioni, l’assessora annunciava la macrostruttura di Ama, un atto aziendale che non compete alla Giunta. Uno spoil system – dichiara Natale Di Cola, segretario generale di Fp Cgil di Roma e Lazio – effettuato a prescindere dal merito, senza alcuna vera selezione, e che premia dirigenti ridimensionati dal precedente assessment o che addirittura avevano già raggiunto un accordo con l’azienda per il loro allontanamento. La distanza tra la retorica delle promesse e la magrezza dei fatti rischia di produrre una voragine etica che la città non può sopportare dopo mafia capitale”. E malcontento anche tra le opposizioni, che ieri alla mancata ammissione della richiesta di invitare la sindaca per discutere sull’abolizione del nuovo organigramma firmato dalla Muraro, hanno invaso lo scranno della sindaca definendola fantasma: “Di notte in video, di giorno assente”. “Riteniamo necessario che tutti i romani siano informati su come intende andare avanti. Soprattutto a questo punto deve spiegare alla città, sulla scorta delle gravi accuse avanzate dagli inquirenti, se gli indirizzi dell’ex assessore Muraro hanno potuto in qualche modo condizionare o confondere indagini in corso e se le nomine in arrivo nell’Ama siano state condizionate da interessi diversi da quelli pubblici” ha dichiarato il consigliere PD Marco Palumbo. “La cosa che fa sorridere è che ieri l’Amministratore unico di Ama, Antonella Giglio, aveva firmato la nuova macrostruttura dell’azienda capitolina dei rifiuti, disegnata a piacimento della Muraro, in cui non si fa menzione del Direttore generale Stefano Bina, inviso alla Muraro. Un organigramma dove i dirigenti più vicini all’ex presidente Fortini sono stati marginalizzati mentre quelli più vicini alla Muraro sono stati premiati. Avevamo già denunciato la poca trasparenza della Giunta Raggi” aggiunge Francesco Figliomeni, di FdI.
L’emergenza rifiuti a Roma rimane comunque sempre in agguato, con le feste di Natale alle porte e l’incertezza amministrativa di Ama. “Manca un progetto, se si escludono le promesse da conferenza stampa. Le trattative sono ferme e al netto delle trovate teatrali per le strade della Capitale – continua Di Cola – questa amministrazione ha prodotto solo retorica e accuse. Adesso sarebbe giunto il momento dei fatti. Ma invece di esercitare il ruolo di azionista la Giunta ha messo in campo un modello autoritario, che confonde i ruoli ed esercita quello politico in modo padronale, usa i lavoratori come comparse e aizza i cittadini contro le società pubbliche che andrebbero invece rilanciate”. (L’UNICO)
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