Nella mostra alla Casa della Cultura, ritratti, memorie e voci dei sopravvissuti ai lager nazisti

Singoli ritratti compongono un'unica immagine della deportazione portando, ciascuno, la propria storia di uomini e donne ebrei, partigiani, antifascisti, persone prese a caso nei rastrellamenti o durante scioperi e manifestazioni, ciascuno con i propri sentimenti di dolore, resistenza, incredulità, rassegnazione, forza, vulnerabilità

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Roma – Ieri, martedì 10 gennaio, all’inaugurazione della mostra “Sopravvissuti, Ritratti, Memorie, Voci”, l’iniziativa promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Dipartimento Attività Culturali, e dall’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti (ANED), con il patrocinio dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), l’esposizione presenta una selezione di fotografie scattate in occasione del XII congresso dell’ANED, svoltosi a Mauthausen. La mostra resterà aperta fino al 27 gennaio, dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle 20, ad ingresso libero.

Quaranta immagini di luoghi e volti dei superstiti ai lager nazisti, scattate da Simone Gosso fra il 1998 e il 2003,  affiancate dai loro racconti-intervista, sono il nucleo della mostra che dal 10 al 27 gennaio ripercorre le storie individuali di persone vittime del nazismo.

A sedici anni di distanza dall’inizio del progetto, molti di quegli uomini e quelle donne non ci sono più, e oggi il linguaggio/strumento fotografico restituisce ancora una volta all’attualità una vicenda storica che fa profondamente parte delle radici italiane ed europee.

Scrive Anna Bravo nella post-fazione al lavoro di Gosso, uscito per i tipi di Fratelli Alinari nel 2004: “[…] di questa storia sarebbe impossibile privarsi. Il Lager può essere paragonato a un terremoto così catastrofico da distruggere, insieme alle strutture, gli stessi strumenti di misurazione. Sono allora gli indizi, evidenti o nascosti, sbiaditi o vividi, dispersi, a volte apparentemente indecifrabili, a offrire i primi squarci di conoscenza e a indicare la strada”.

Testimonianze, mescolate, di intellettuali e di gente comune. Il visitatore si aggira tra i 40 leggii su cui poggiano le fotografie, disposti in modo ‘apparentemente’ disordinato, scegliendo, ciascuno, un diverso percorso di visita e di dialogo con i Sopravvissuti. Dopo un primo allestimento nel 2004, realizzato da Alinari all’uscita del libro, la mostra viene riproposta 11 anni dopo in occasione delle celebrazioni dei 70 anni dalla Liberazione nelle Ex Carceri Nuove di Torino oggi Museo e poi, ancora, al XVI congresso nazionale dell’ANED nel 2016 a Bolzano.  (L’UNICO)

 

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