No Italexit, il PPE teme la fine dell’UE. Ecco tutte le piazze di fine maggio

Tra il 30 maggio e il due giugno diverse piazze di protesta. I partiti sovranisti inseguono lo spontaneismo per non perdere la ribalta. Meloni e Salvini scendono il giorno della festa della Repubblica. Data scelta da tempo già dall'ex generale Antonio Pappalardo dei gillet arancioni. Il 30 maggio c'è invece StopEuropa a Piazza Montecitorio. "Ci temono perché hanno capito che abbiamo un programma serio, non siamo solo pancia, l'UE non esisterà più come prima" Intanto 7 italiani su 10 credono che l'Italia avrà disordini entro l'autunno

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di Andrea Furetto 

Diverse manifestazioni per fine maggio e i primi di giugno a Roma e in altre regioni italiane, comprese isole. Dai gillet arancioni del generale Pappalardo al movimento StopEuropa fondato dai foggiani Michele Farina ed Enzo Dota. Tutte in nome di Italexit e moneta sovrana. Tanto che adesso i partiti sovranisti in parlamento, Lega e Fratelli d’Italia si ritrovano a dover inseguire il popolo. Quel popolo che non vuole più aspettare di cambiare l’UE da dentro, ma vuole cambiarla e basta. Da qualche ora è Giorgia Meloni ad aver lanciato la data del 2 giugno, festa della Repubblica. Il leader della Lega,  Matteo Salvini, non interpellato ha rilanciato per la stessa data. Escluso, pare, Silvio Berlusconi, che del resto non fa mistero da tempo di voler aderire al MES, sovrapponendosi alle posizioni di Matteo Renzi. A spiegare la posizione filo-mes di Berlusconi, che con la troika dovrebbe avercela più di tutti dal quel dì del 2011 – almeno da quando fu defenestrato dal Deep State senza nemmeno passare per la sfiducia delle Camere – c’entra qualcosa forse la scalata di Piersilvio in Prosieben Sat, la tv commerciale tedesca che produce anche contenuti originali. Una partecipazione che è arrivata al 20% e rappresenta un buon motivo per allisciarsi Frau Merkel. Adesso che Piersilvio punta alla governance del colosso tedesco.

Salvini e Meloni quindi inseguono la piazza già organizzata da tempo dai nuovi laboratori del dissenso sovranista. Un mondo per la verità variopinto. Che va dalla sinistra estrema alla destra. In mezzo tanta società civile non ideologica: partite iva, autonomi, artigiani, commercianti e famiglie.  Il 2 Giugno è la data che ha scelto da tempo anche l’ex generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo. E il 30 maggio quella scelta da StopEuropa, capace di aggregare oltre un milione di utenti e che grazie a questo strumento di comunicazione ha aggregato, in tempo di lockdown, molti esperti della moneta per proporre l’introduzione immediata di un biglietto di Stato. Come prima passo per l’Italexit.

7 ITALIANO SU 10 PREVEDONO DISORDINI SOCIALI

Un sondaggio riportato da TgCom ha rivelato che 7 italiani su 10 credono che entro l’autunno in Italia ci saranno disordini sociali. Una eventualità non sconosciuta all’intelligence e ai servizi informativi italiani. Il fallimento delle manovre di ripresa economica saranno decisive nei prossimi mesi. A temere l’implosione dell’EU è anche il partito popolare europeo. Manfred Weber, capogruppo del Partito Popolare Europeo, intervistato da La Repubblica ha affermato che l’Italia va aiutata finanziariamente, perché un’uscita dell’Italia dall’Unione europea “sarebbe molto peggio di una Brexit, sarebbe la fine dell’Ue”. Poi Weber aggiunge che ci vogliono “misure di controllo molto stringenti per assicurarsi che i fondi europei siano destinati a superare la crisi da Coronavirus e non a risolvere problemi del passato”. “Non deve accadere che Paesi come l’Italia o la Spagna utilizzino gli aiuti miliardari del fondo per la ricostruzione per tappare i buchi di bilancio o pagare le pensioni”. Il politico tedesco ha sostanzialmente parlato di commissariamento: “C’è bisogno di controlli rigorosi, per garantire che il denaro venga speso correttamente. A questo scopo sono necessari progetti Ue chiaramente definiti e un rafforzamento delle strutture europee di vigilanza”. Insomma una verifica diretta da parte di Corte dei Conti europea, Commissione e Parlamento: “Dovrebbero avere la possibilità di una verifica diretta e quindi andrebbe loro consentito di accedere alle prenotazioni dei vari Paesi per l’utilizzo dei miliardi provenienti dal fondo per la ricostruzione.

Insomma il tramonto dell’euro inizia a notarsi all’orizzonte. “Il rischio è una piazza disordinata e inconcludente – dicono dal direttivo di StopEuropa -. Quello che stiamo facendo da mesi, aggregando intellettuali ed economisti – è dare al malcontento una progettualità. Noi non stiamo solo dicendo fuori dall’Euro ma stiamo indicando anche come liberarci da questa moneta che è simbolo e causa del nostro impoverimento. Non ci limitiamo a dire Italexit. Abbiamo il programma per poter attuare questo progetto in sicurezza. Con noi abbiamo profili di alta specializzazione, lo dimostrano gli incontri che organizziamo settimanalmente sul nostro network. Non si esce da questo incubo coi prestiti. Si esce cambiando modello economico. Per questo il 30 maggio saremo in piazza Montecitorio dalle 9 a oltranza”.

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