Sulla proroga dello stato di emergenza per tutto il 2020 si è infiammata la polemica tra il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il senatore del gruppo misto (ex Movimento 5 Stelle) Gianluigi Paragone.
L’ex grillino, che da poco ha iniziato a lavorare per la fondazione di un nuovo movimento politico antieuropeo, contesta a Conte la scelta di prorogare ulteriormente lo stato di emergenza dovuto all’epidemia di coronavirus. “Siamo in emergenza? No. E allora perché se non c’è una emergenza in corso, il governo chiede di prorogare lo stato di emergenza?”, si chiede in un intervento sul Tempo. La risposta, secondo Paragone, è che la scelta di Conte sia legata ad interessi personali, per continuare – come avvenuto negli ultimi mesi – a governare in maniera pressoché totalitaria.
Del resto, questo governo “nato per non concedere pieni poteri all’ex alleato Salvini“, lo scorso 31 gennaio ha ottenuto “poteri eccezionali per fare fronte all’emergenza Coronavirus”, diventando “titolare di poteri tanto pieni da sospendere un diritto fondamentale come quello della libertà di movimento”. Non contento di sei mesi di potere straordinario, ora Conte decide di prorogare questo status quo fino al 31 dicembre: “per prevenire, dicono”. Il rischio, per l’ex pentastellato, è che, trattandosi di “un’emergenza in potenza e non in atto”, la possibilità “di avvalersi di pieni poteri in regime di straordinarietà per far fronte a una potenziale emergenza potrebbe diventare un potere arbitrario, proprio perchè quella emergenza non c’è”.
Per Paragone è tutto studiato a tavolino. E la ragione è squisitamente politica: “rafforzare le relazioni di potere dei vari Conte, Di Maio, Zingaretti, Renzi… Parlamento svuotato, task force, nomine e inciuci vari a Villa Pamphili”. Anche perché, pur avendo avuto pieni poteri in un paese completamente fermo per due mesi, il Governo non ha brillato nella gestione dell’emergenza. Ci sono comunque state “le spaventose falle sulle terapie intensive, sui macchinari che arrivano da governi stranamente amici, sui tamponi, sulle mascherine, sui camici per il personale eccetera”, e il senatore ricorda anche il caos sulla scuola, sulle imprese e la burocrazia che in smart working è diventata ancora più lenta. Tutto questo mentre “l’economia reale va a sbattere in una crisi globale, che per l’Italia è ancor più grave perché da Prodi a Di Maio ci hanno svenduti ora ai tedeschi ora ai cinesi”.
Tra l’altro, Paragone ricorda che in caso di emergenze sanitarie simili, lo stetto Ministro della Salute può emettere ordinanze contingibili e urgenti, “senza per questo creare stati d’eccezione come accadrebbe con lo stato di emergenza”, uno stato che può giustificare qualsiasi cosa, e senza nominare ulteriori task force e comitati tecnico-scientifici, a cui bisogna pagare ulteriori stipendi, oltre a quelli che già si pagano ai funzionari del Ministero della Salute per fare più o meno le stesse cose. Salta così anche una possibile ragione “tecnica” che giustifichi la proroga dell’emergenza. L’ex grillino, quindi, non ha dubbi: a Conte serve prorogare lo stato di emergenza solamente per “farsi gli affari propri a danno degli italiani”.
Francesco Amato
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