a cura di Francesco Amato
Senatore, giornalista, conduttore televisivo di successo, caratterizzato da un’ostinata coerenza che l’ha portato a lasciare, quando necessario, anche poltrone di rilievo. È Gianluigi Paragone, ospite dell’ultima puntata di “StopEuropa”, il talk in streaming del gruppo “Stop Euro Alt Europa” condotto da Riccardo Corsetto. Paragone ha presentato il progetto di un suo nuovo partito che, come ha dichiarato ad Adn Kronos, si propone di farsi portavoce delle istanze sovraniste riguardo alla lotta all’euro e al sistema economico liberista.
“Quello che è stato presentato come un sogno, in realtà un sogno non è – ha esordito il senatore –. Tutto quello che ha proposto l’Europa, infatti, non si è mai riversato sull’economia reale e sui cittadini”. Da questa consapevolezza è nata l’idea di creare un nuovo progetto politico, “per dare la possibilità ai cittadini di votare dando un proprio giudizio sull’Europa”. Paragone, inoltre, non crede al “cambiamento dell’Europa dal di dentro” e allora propone di uscirne “per ricominciare da capo e ricostruire ciò che aveva reso l’Italia una potenza mondiale”. Come il nodo di Gordio di Alessandro Magno, “se pensi di provare a scioglierlo stai perdendo tempo, ma se sguaini la spada per reciderlo allora poni le condizioni per una nuova conquista”.
L’esigenza della creazione di un nuovo partito nasce inoltre da una radicale trasformazione del Movimento 5 Stelle, da cui Paragone non si sente più rappresentato. “Un movimento che all’interno del proprio programma aveva delle pagine di assoluta critica al progetto liberista dell’Europa è ormai diventato un movimento europeista come gli altri”. Non c’è ancora un nome, ha spiegato Paragone, ma dovrà essere un nome che esprima al meglio il nostro programma politico e che vada ad intercettare le esigenze anche di chi si trova al di fuori della nostra bolla”.
Il senatore ha quindi illustrato il percorso che porterà alla nascita di questo nuovo partito. “Sarà un percorso ‘in direzione ostinata e contraria’ – ha detto – perché faranno di tutto per ostacolarlo e rimettere in campo la retorica per cui non si può fare a meno dell’Europa”. È in realtà come la bolla di “The Truman Show”, nella quale Truman veniva sempre chiamato a rientrare, fin quando “ha avuto una sete di libertà così forte che ha sfidato la tempesta creata dalla regia ed è uscito, accorgendosi che era una finzione”. Obiettivo del nuovo partito di Paragone, dunque, sarà “sfidare il regista” e andare oltre il mainstream.

“Sarà una lotta impari”, ha spiegato ancora Paragone. “Loro hanno il sistema, hanno l’arbitro, hanno i giornali, hanno anche gli infiltrati nelle tue stesse tifoserie – ha aggiunto – e sarebbe da stupidi e incoscienti pensare di poter lottare ad armi pari”. Bisogna quindi “avere la lucidità e la consapevolezza di pensare che quando conduci una sfida, quello dall’altra parte mena, e forse più di te”.
Il politico ha poi rivendicato buoni rapporti con la Lega e con Matteo Salvini. “Quello che non mi convince – ha spiegato – è il continuo richiamo della foresta, che è una foresta se non neoliberista, quantomeno liberale e liberista”. Per Paragone, “pensare al sovranismo non può prescindere dall’immaginare uno stato forte”, che per il mainstream oggi è accostato “solo a lungaggini burocratiche”. In realtà è proprio uno stato debole che delega i burocrati: “tanto più forte è il potere dello stato, quando meno lo è quello della burocrazia”.
L’alleanza di Centrodestra in qualche modo ostacola il sovranismo. “Essere alleato con un partito come Forza Italia – spiega Paragone – permette a Salvini di avere più voti ma lo costringe a deviare la direzione delle sue tesi”. Se sei alleato con un partito fortemente europeista come quello del Cavaliere, del resto, “non puoi più permetterti di andare in giro con le felpe ‘No Euro’. È un problema politico, di tesi”.
Riguardo ai contributi a fondo perduto proposti da Bonomi di Confindustria agli Stati Generali di Villa Pamphili, infine, Paragone commenta che “se poi Bonomi chiede pure l’attivazione del Mes, significa che non ci ha capito nulla”. E il senatore è scettico anche sulla possibilità della stampa di una moneta nazionale parallela all’euro. “È la corsia di emergenza – spiega – e non vorrei che si scambiasse la corsia di emergenza per l’autostrada intera”.
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Posted by Riccardo Corsetto on Monday, June 22, 2020
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