Indagine della procura a Ponte Milvio sulle concessioni per l’occupazione del suolo pubblico approvate negli ultimi anni ai locali. Sarebbero 20, secondo gli investigatori, i locali beneficiari di concessioni non regolari, date, cioè, senza un piano programmato dal municipio e senza il visto della soprintendenza dei beni culturali di Roma Capitale. È su questo che, secondo Repubblica, gli inquirenti vogliono far luce.
Un fascicolo è stato aperto nelle scorse settimane dal pm Alberto Galanti e la Procura indaga per il reato di abuso d’ufficio, contro chi ha fornito e rinnovato le concessioni e chi ne ha beneficiato: il Suap municipale e gli esercenti. A questo scopo sono servite le acquisizioni di documenti e licenze da parte dei carabinieri nella sede del XV Municipio. Da questi primi dati emerge un diffuso abusivismo a piazza di Ponte Milvio, dove per anni il municipio non ha mai stilato un piano di massima occupabilità. Non esiste una ripartizione degli spazi da assegnare ai dehors senza intralciare i vincoli artistici ed architettonici dell’area, e di questo ne hanno approfittato i commercianti, che hanno sempre ottenuto i permessi richiesti. A questo si aggiungono anche altre anomalie riscontrate nelle procedure di assegnazione: molti permessi sono stati concessi dai funzionari municipali nonostante il parere negativo della soprintendenza, che, addirittura, a un certo punto, non sarebbe più stato chiesto.
La nuova amministrazione municipale ha fatto qualche passo in avanti: da dicembre, infatti, ha revocato tutti i permessi per i tavolini in piazzale Ponte Milvio, applicando una rotazione dei funzionari nel Suap. E poche settimane fa è stato approvato il piano di massima occupabilità dell’area. Ma nonostante le revoche, i tavolini sono ancora là, come se niente fosse cambiato. (L’UNICO)
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