Il Presepe in piazza San Pietro, la Mafia di San Gallo e i nemici di Trump e Ratzinger

Le persone che hanno costretto Ratzinger alle dimissioni sono le stesse che hanno inquinato il voto negli USA. Dall'Embargo finanziario dello IOR per ricattare Ratzinger, ai brogli elettorali di Atlanta per far fuori Trump: il filo rosso che lega la "Primavera Cattolica" alla sinistra mondialista. Quel presepe in Piazza San Pietro è la conferma del piano di Bergoglio.

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Cari lettori,

Papa Giovanni Paolo II abbatté il Muro di Berlino. Bergoglio è impegnato con le Mura Vaticane. Gli ambienti che hanno portato Bergoglio al Soglio Pontificio li conosciamo. E conosciamo anche il modo usato per portarcelo al posto del legittimo Ratzinger. L’ambiente è più o meno lo stesso che sta cercando di portare Biden alla Casa Bianca al posto del legittimo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Si tratta di quel mondo progressista, barra modernista, che va dai liberal americani alla mafia di San Gallo, passando per l’idealismo radical-filantropico in salsa sorosiana. Il modo – dicevamo – è lo stesso, più o meno, con cui rischia di arrivare Joe Biden: l’inganno!

Anche se Benedetto XVI, il vero Papa vivente, più che per un inganno è stato “dimesso” con un ricatto. Quando Obama e la sua amministrazione decisero che al ‘Pastore tedesco’ Ratzinger andava infilata una museruola e messo sotto corda. Tutto scritto nei file di Wikileaks, in cui, tra centinaia di migliaia di email rese pubbliche che hanno imbarazzato l’amministrazione americana, ce n’era una firmata da John Podesta, consigliere dell’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, uno che ha collaborato alla transizione dell’amministrazione Obama, e che è stato presidente del Center for American Progress, think tank liberal di Washington.

Durante il primo mandato Obama, alcuni funzionari dem, vicino a Hillary Clinton, si adoperarono per ottenere in Vaticano quella che essi definirono la “Primavera Cattolica“. Mutuando il termine dalle disastrose rivoluzioni scoppiate in Nord Africa nel 2011, che portarono alla sostituzione di qualche dittatorello in cambio di caos, guerre civili, e morte. La democrazia era la scusa. L’obiettivo il greggio. La “Primavera Cattolica” nell’email di Podesta, nipote abiatico di un immigrato italiano, discettata con l’interlocutore Sandy Newman, giornalista progressista presidente di diverse organizzazioni liberal nell’ottobre del 2016. Ecco cosa si scrivevano:

“Tutta questa controversia con i vescovi che si oppongono alla copertura dei contraccettivi mi fa pensare che dobbiamo lavorare per una primavera cattolica, in cui i cattolici stessi chiedono la fine di una dittatura del Medioevo e l’inizio di una piccola democrazia, e rispetto per l’uguaglianza di genere nella chiesa cattolica.
Naturalmente, questa idea potrebbe rivelare la mia totale mancanza di comprensione della chiesa cattolica, il potere economico che può portare contro suore e preti che contano su di essa per il loro mantenimento, ecc. Bisogna pensare a come “piantare i semi della rivoluzione”.

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Hillary Clinton e John Podesta

Quella email non era soltanto una email rubata dal computer di uno dei principali consiglieri dell’establishment progressita degli Stati Uniti d’America, ma un vero e proprio programma politico transnazionale, che avrebbe di lì a poco trovato sponda nella cosiddetta “mafia” o “club di San Gallo”, il cenacolo di cardinali modernisti (ne facevano parte Carlo Maria Martini, Adriaan Van Luyn, Walter Kasper e Karl Lehman, Achille Silvestrini, Basil Hume e altri porporati modernisti) che iniziarono a incontrarsi dal 1996 in Svizzera per discutere di temi e questioni ecclesiastiche, con lo scopo di sovvertire la tradizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Una sorta di Club Bilderberg – insomma – color porpora, nato per influenzare le scelte e il futuro della Chiesa Cattolica.

Papa Wojtyla abbatté il Muro di Berlino, Bergoglio punta alle Mura Vaticane

Questi prelati progressisti trovarono nel prelato argentino il portavoce perfetto del loro progetto. Colui che, una volta salito al soglio di Pietro, avrebbe dovuto iniziare l’opera di smantellamento, al soldo della sinistra internazionale. Un bel salto dai tempi di Papa Giovanni Paolo II: Papa Wojtyla abbatté il Muro di Berlino, Bergoglio le mura Vaticane. La NSA americana (National Security Agency, l’organismo del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America che, insieme a CIA e FBI, si occupa della sicurezza nazionale) era presente in Vaticano nei giorni del conclave che elesse Bergoglio, che in realtà il Club di San Gallo aveva tentato di far eleggere già al conclave precedente, quando vinse Papa Ratzinger.

Le dimissioni di Ratzinger dovute all’embargo finanziario USA

Ratzinger si dimise non certo per stanchezza, ma per un ricatto. Per un atto di guerra, anzi. La sinistra mondiale in quei giorni bloccò le transazioni bancarie dallo e per lo IOR, con la scusa di una indagine che riguardava alcuni conti presso la banca vaticana che praticavano riciclaggio. Del resto ottenere la collaborazione della magistratura democratica italiana non deve essere stato complesso, al tempi del sistema Palamara. Sta di fatto che quella che formalmente era un’indagine per riciclaggio internazionale si trasformò di fatto in un embargo degli Stati Uniti nei confronti del Vaticano, isolato finanziariamente tramite il blocco dello SWIFT dal resto del mondo.

Lao-Tzu diceva che non c’è migliore guerra di quella che si vince senza combattere. E gli americani dai tempi della Seconda Guerra Mondiale di progressi ne hanno fatti: non serve loro più lanciare una bomba atomica su una città di inermi civili, basta pigiare un tasto sulla tastiera e bloccare lo SWIFT, il sistema che consente alle banche di tutto il mondo di effettuare transazioni internazionali, sistema di clearing controllato dagli USA in regime di monopolio. Non a caso russi e cinesi, per evitare dipendenze imbarazzanti hanno dato vita al Brics, il loro clearing per operazioni interbancarie alternativo. BRICS come Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

Dopo quel blocco improvviso alle operazioni da e per il Vaticano, Ratzinger si dimise. Era l’11 febbraio 2013. Al solo annuncio delle sue dimissioni, lo IOR venne riabilitato magicamente alle transazioni. Potremmo definirla la guerra lampo del più potente Stato del Mondo, contro il più piccolo Stato del Mondo. Ma le contraddizioni celate nella lettera di dimissioni di Papa Ratzinger, svelate dall’esperto latinista fra Brugnolo – dai doppi livelli di lettura agli errori non spiegabili per un fine conoscitore del latino come Ratzinger – dimostrano le falle di quel piano di guerra e i messaggi in codice lanciati da Ratzinger. Una guerra che continua ancora oggi che Benedetto XVI ha “inventato” la figura del Papa Emerito, continuando a vestire di bianco ed esprimendosi sulle questioni che contano come il no all’abolizione del celibato sacerdotale.

George Pell vuole che Ratzinger molli l’abito e chiuda il becco

Una guerra che adesso Bergoglio e i suoi sponsor muovono sguinzagliando George Pell, l’ex prefetto della Segreteria per l’Economia, accusato e condannato, incarcerato per oltre un anno, e infine assolto dall’accusa di pedofilia e stupro a danno di minori. Per Pell, oggi Benedetto XVI non dovrebbe vestirsi di bianco papale, né dovrebbe insegnare, ed anzi dovrebbe essere escluso dall’assemblea cardinalizia.

Il presepe alieno in Piazza San Pietro è il simbolo della loro “Primavera Cattolica”

Insomma dovrebbe essere retrocesso a cardinale, senza diritto di voto e di espressione. La verità è che Ratzinger ha in serbo qualche sorpresa che potrebbe esplicare i tanti sottintesi della sua storica e sibillina lettera di dimissioni del 2013. Inoltre, la sensazione che circola in Vaticano è che possa criticare sempre più apertamente la deriva ultramodernista di Bergoglio. Meglio azzittirlo prima che sia tardi, mettendo fine all’epoca dei due Papi.

Pensate se Ratzinger potesse esprimersi ai microfoni di TV2000 sul Presepe di quest’anno voluto da Bergoglio in Piazza San Pietro? Direbbe quello che pensano le persone, non solo di fede ma di buon senso: che quel presepe è l’opera di un progetto tendente a distruggere i pilastri millenari sui cui poggiano i valori di una tradizione millenaria. Un presepe osceno, dove la Vergine Maria lascia le sembianze immaginate dal Botticelli, per trasmutare in una specie di mostro spaziale, inquietante per adulti e per bambini. Gesù si fece uomo, ma Bergoglio ce lo raffigura come un alieno. Troppo offensivo per i fedeli. Il presepe alieno in Piazza San Pietro è il simbolo della loro “Primavera Cattolica”. Non è blasfemo dirlo per un papa illegittimo: Bergoglio dimettiti!

Riccardo Corsetto
riccardo.corsetto@gmail.com

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