“Nel rispetto dei rispettivi poteri, mi domando cosa devi fare in Italia per restare in galera nel momento in cui commetti un reato legato alla droga“. Il contrasto allo spaccio di droga da parte del Ministro Matteo Salvini si traduce in una proposta di legge presentata in via d’urgenza oggi alla Camera dei deputati. Per il leader del Carroccio non c’è tempo da perdere, chi spaccia semina morte e va punito senza se e senza ma, con pene più severe sia detentive che economiche, e le nuove misure entrano anche nel merito della ‘lieve entità’.
“Qualunque operatore delle Forze dell’ordine si sente frustrato, perché becca per la decima volta lo stesso spacciatore, con la cosiddetta ‘modica quantità, allo stesso parco con gli stessi bambini – continua Salvini – Non esiste modica quantità: ti becco a spacciare, vai in carcere con le misure cautelari, e vale anche per due etti“.
La proposta di legge, qualcuno ha fatto notare, potrebbe non incontrare il consenso dell’alleato pentastellato, che ha posizioni differenti rispetto all’uso personale quando si parla di droghe, ma il vicepremier leghista puntualizza: “Si tratta di spaccio, non di uso personale. Ognuno della sua vita fa ciò che vuole, ma gli spacciatori io li voglio in galera. Sfido qualunque parlamentare a non essere d’accordo su questa proposta di legge, qui si parla di salvare vite umane“.
L’urgenza della pdl è stata incoraggiata dagli ultimi episodi di cronaca, dove due genitori hanno perso la vita in macchina a causa di uno scontro con un altro veicolo guidato da una persona in stato di ebbrezza e sotto sostanze stupefacenti.
“Un infame che guidava ubriaco, tossico e senza patente – continua il ministro -, e adesso ci sono due bambini rimasti senza la mamma e il papà, a me prudono le mani“. Nei prossimi giorni ci sarà il confronto con il Ministro Bonafede per mandare il testo in Senato e farlo approdare al più presto in Aula alla Camera. “Il Parlamento è sovrano – conclude Salvini – mi auguro che prevalga il buon senso“.
Per quanto riguarda il reato commesso dal trentaquattrenne di origini marocchine che ha alimentato il dibattito, il ministro degli interni assicura che interverrà con le autorità in Marocco affinché non sia l’Italia a pagare le spese di detenzione.
Lara Morano
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