Raggi intervistata da Floris: “Mi rivoterei, ma datemi tempo”

Raggi ospite della trasmissione DiMartedì ha parlato di Marra, delle dimissioni di Romeo e Frongia e dei problemi che attanagliano il Campidoglio. "Mi rivoterei, ma datemi tempo prima di giudicare". La Sindaco poi interviene, dal blog di Grillo, sul rigetto del ricorso sulla sua ineleggibilità da parte del Tribunale di Roma

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Una lunga intervista per la sindaca Virginia Raggi ieri sera a Dimartedì, su La7. Si è parlato di Marra, l’ex dirigente arrestato, e di suo fratello, promosso a dirigente del Turismo; delle dimissioni di Romeo e Frongia; del ricorso rigettato e di tutti i problemi che attanagliano il Campidoglio. Va tutto bene per la sindaca, che lei stessa si rivoterebbe. Chiede, però, lo stesso tempo che è stato dato agli altri primi cittadini, prima di essere giudicata.

Innanzitutto si parte dal confronto con l’altra città a cinque stelle, Torino, dove l’Appendino è più apprezzata. “A Torino non c’è Mafia sabauda” dice Raggi. Non hanno la macchina amministrativa infettata dai poteri forti e non hanno i bilanci pieni di debiti lasciati dalle precedenti amministratori, “che noi – continua la sindaca – ci stiamo impegnando a coprire”. Quindi si arriva a Marra. “Aveva un curriculum di tutto rispetto, ed era un ufficiale della Guardia di Finanza. Alla luce di quanto ha scoperto la Procura – ammette la sindaca –, ho fatto un grave errore di valutazione. Se potessi tornare indietro non lo rifarei. Però ora il capitolo si è chiuso e con senso di responsabilità abbiamo sottoposto a verifica tutti gli atti firmati da Marra”. Sulle divisioni provocate dal caso Marra, la sindaca nega: “Io non sento questo spaccamento che voi descrivete. Noi ci siamo assunti l’onere di governare una città in macerie, abbiamo trovato situazioni disastrose e tutto da ricostruire. Stiamo ricostruendo tutto – spiega – insieme ai consiglieri, ai consiglieri regionali e ai parlamentari e su questo dobbiamo andare avanti perché ce lo hanno chiesto i cittadini”. Le altre cose sono solo “polemiche politiche”.

Raggi ridimensiona anche le dimissioni di Frongia e Romeo. “Si sono dimessi all’esito della vicenda Marra per tutelare il movimento. Si sono resi conto che la loro presenza avrebbe potuto essere considerata un problema politico e per tutelare l’amministrazione hanno fatto un passo indietro con senso di responsabilità”. Sulle passeggiate sui tetti del Palazzo Senatorio, la sindaca ammette di esserne un’habitué già dai tempi dell’opposizione. “Continuo ancora ad andarci a mangiare ed a chiacchierare. In primavera poi ci sono i gabbiani che nidificano ed è anche molto bello da vedere”. Poi si approda alla presenza di eventuali ‘cimici’ in Campidoglio e Raggi ironizza: “Magari ci fossero così si capirebbe che non ci diciamo nulla di eclatante e che lavoriamo per risolvere i problemi”.

“Il nostro obiettivo principale è far ripartire la macchina e fare tutto in maniera corretta” dice la prima cittadina riguardo alle cose fatte e da fare per la Città eterna. “Si può dire che una persona sia capace o meno di guidare la macchina se si trova una macchina pronta a partire – continua la Raggi –. Ma io mi sono seduta su un sedile posato su telaio senza blocchetto di accensione, volante, pedali e cambio. La macchina amministrativa di Roma è uscita da Mafia Capitale a pezzi. Tutti insieme ci stiamo facendo carico di ricostruire la macchina e dopo ci possiamo mettere a guidare”. La sindaca, quindi, ammette gli errori evidenti a tutti, ma assicura di star “procedendo come detto in campagna elettorale”. Però il cambiamento si porta dietro un prezzo da pagare: il tempo. “Se mi si imputano errori di tempo o mi si dice che in 6 mesi l’amministrazione non ha rattoppato le buche – afferma Raggi – io dico che questo non è un errore ma un merito. Rifiuto la logica dei 100 giorni. Dare una mano di bianco per far vedere ai cittadini di essere attivi subito spesso non paga perché è fatta con una vernice scadente, con costi maggiori e con procedure che non vanno bene”. Quindi, si arriva alle grandi opere. “Abbiamo avuto in passato amministrazioni che hanno fatto grandi opere, peraltro neanche finite, che hanno gravato di debiti mostruosi tutta la collettività, per cui abbiamo difficoltà a pagare i servizi ai cittadini”. La sindaca crede invece che tra le grandi opere e l’immobilismo totale “ci sia una terza via, quella delle opere necessarie alla città. Probabilmente non servirà inaugurare un’altra Citta dello sport – conclude la prima cittadina – ma magari fare opere di manutenzione stradale: concentriamoci su queste prima, iniziamo dal necessario e poi inizieremo a fare quello che è in più”.

Ma ieri Virginia Raggi parla anche della sentenza del Tribunale riguardo al ricorso sulla sua ineleggibilità, e lo fa dal blog di Beppe Grillo. “Tanto rumore per nulla. Dopo la batosta elettorale a Roma, il Pd ne subisce un’altra in Tribunale. Speravano di rendere nulla la nostra vittoria, paragonando la stipula del Codice di comportamento del M5S ad un accordo di una associazione segreta. Non sanno più cosa inventare. Non riescono ad accettare la sconfitta ed il fatto che stiamo riportando la legalità. Quando abbiamo vinto le elezioni, abbiamo assicurato che avremmo rispettato gli impegni con i cittadini. L’impegno l’abbiamo preso con voi e lo rispetteremo sempre”. “Lo dico chiaramente – aggiunge Davide Casaleggio –: non esiste alcun contratto tra il Sindaco di Roma, Virginia Raggi, e Casaleggio Associati. E sarebbe assurdo che ci fosse. Il contratto che per mesi in tanti hanno citato e pubblicato non è stato nemmeno letto. Nel documento vengono nominati Beppe Grillo e lo scomparso Gianroberto Casaleggio, nel loro ruolo di garanti del Movimento 5 Stelle”. “La sentenza – spiega infine il legale di Virginia Raggi Ervin Rupnik – conferma che si tratta di un ricorso di natura meramente politica. Le cause di ineleggibilità vengono normate per legge, non è questo il caso, mentre per dichiarare nullo un contratto non poteva essere utilizzato questo strumento giuridico. Ora gli esponenti del Pd che hanno sostenuto questo ricorso e chiesto l’ineleggibilità di Raggi valutino se non sia il caso di fare loro un passo indietro”. (L’UNICO)

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