Da piazzale Clodio, atti, documenti e intercettazioni, riguardanti l’indagine di abuso e falso d’ufficio nei confronti della sindaca Virginia Raggi, sono stati inviati anche a viale Mazzini. Ad indagare sugli affari dei fratelli Marra adesso non c’è solo la Procura, ma anche la Corte dei Conti.
Si indaga su una nomina che sembra aver causato un danno erariale alle case del Campidoglio. I pm contabili dovranno verificare la liceità dello scatto di carriera e la gratifica che Renato Marra ha ottenuto con la rotazione delle dirigenze capitoline messo in atto dal fratello, ex capo del personale, Raffaele. Il Campidoglio sta lavorando per rimuovere l’aumento di 20mila euro che aveva ottenuto l’attuale comandante dei XV gruppo della Polizia Locale grazie all’influenza del fratello, ma i pm vogliono vederci chiaro. Ancor più dopo le intercettazioni delle chat su WhatsApp in cui i due fratelli si scambiano pareri. Renato manda il curriculum al fratello: “Va bene così? Cosa ne pensi?”. E il fratello gli offre la sua consulenza. È un’evidente prova che l’ex dirigente ha avuto un ruolo primario nella promozione del fratello, oltre alle altre intercettazioni nelle quali Raffaele consiglia al fratello le persone da contattare, tra cui anche il presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito, e i passi da fare per ottenere il posto desiderato. “Porta l’encomio che ti ha dato il commissario Tronca”, gli scriveva. Tutti documenti che arriveranno nelle mani dei procuratori contabili, che sono già al lavoro su altre nomine deliberate da Virginia Raggi. La prima è quella di Salvatore Romeo, promosso da funzionario del dipartimento Partecipate a capo della segreteria politica, con un aumento di 70mila euro nel suo stipendio, poi tagliato a seguito dei malumori della maggioranza. Al vaglio degli uffici di viale Mazzini c’è anche la nomina di Carla Raineri, incaricata a svolgere il ruolo di capo di gabinetto.
Insomma, è una situazione molto delicata per la sindaca e per la giunta pentastellata, se si pensa che i precedenti in materia di nomine non sono rassicuranti. Nel 2015, infatti, la Corte dei Conti campana ha condannato il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e l’intera giunta per la nomina del vice segretario comunale, riconosciuto inadatto e non titolato per svolgere quel ruolo. Allora il danno fu di 605’864,27 euro, ripartiti tra il sindaco e gli otto assessori. Chi ha deliberato le nomine adesso sotto indagine, dunque, potrebbe essere costretto ad aprire il portafogli. (L’UNICO)
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