Le elezioni regionali che si sono svolte ieri in Emilia Romagna e in Calabria si sono concluse con un sonoro tonfo per il Movimento 5 Stelle. Sconfitta anche la Lega, che nonostante tutti gli sforzi non è riuscita a piazzare in Emilia Romagna la sua candidata Lucia Borgonzoni, lasciando il seggio più alto del parlamento emiliano al candidato dem Stefano Bonaccini. In Calabria, invece, ha vinto Jole Santelli, prima governatrice donna della regione, schierata tra le fila di Forza Italia.
Vediamo in dettaglio i dati che emergono da questa tornata elettorale.
1. L’affluenza
Il primo dato che emerge da queste elezioni è quello che riguarda l’affluenza. In Emilia Romagna, dove erano chiamati alle urne oltre 3 milioni e mezzo di cittadini, essa è stata altissima, arrivando quasi al 70% di votanti. In Calabria, invece, l’affluenza si è fermata a poco più del 40%, su poco meno di due milioni di elettori. Complice certamente la difficoltà di tornare a casa per i moltissimi studenti e lavoratori fuorisede.
In ogni caso, tanto in Emilia Romagna quanto in Calabria, il dato è in crescita rispetto alle ultime elezioni, svoltesi a novembre 2014. Il 30% di elettori in più nella regione padana, poco meno dell’1% nel caso della “punta” dello Stivale.

In Emilia Romagna, è stata Bologna la provincia in cui si è recato alle urne il maggior numero di elettori (71%). Piacenza, invece, è la provincia in cui si è registrata la minore affluenza, ferma al 62%. Bene anche le province di Modena, Ravenna e Reggio Emilia, dove l’affluenza si mantiene molto vicina al 70%.
Per quanto riguarda la Calabria è Catanzaro la provincia con la maggiore affluenza alle urne (46%), mentre Crotone è quella meno attiva, con il 39,6% di votanti. Tra le altre province, solo Reggio Calabria e Cosenza si avvicinano al 45%, mentre Vibo Valentia si ferma al 41%.


2. I candidati presidenti
Andando a considerare adesso i dati riguardanti i candidati presidenti, si nota immediatamente come in Emilia Romagna lo scontro tra i due principali candidati – Stefano Bonaccini del Pd e Lucia Borgonzoni della Lega – si giochi su una differenza di poco più del 10% dei voti. In Calabria, invece, la forzista Jole Santelli ha superato il dem Filippo Callipo con quasi il doppio dei voti (449 mila contro 245 mila).
Gurdando i voti delle varie province, inoltre, si può vedere che, mentre in Calabria Callipo ottiene il maggior numero di preferenze in tutte le province, in Emilia Romagna Borgonzoni è arrivata prima nelle province di Ferrara, Parma e Rimini.

Appena sopra lo sbarramento i candidati presidenti del Movimento 5 Stelle sia in Calabria (Francesco Aiello ha ottenuto il 7,4%) che in Emilia Romagna, dove Simone Benini ha ottenuto appena il 3,5%. Briciole per gli altri candidati presidenti.
3. Le coalizioni
Sia in Emilia Romagna che in Calabria, primo partito è il Pd. Fa il tonfo, invece, il Movimento 5 Stelle, che non arriva nemmeno al 10%. Un calo probabilmente dovuto alle recenti dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico del movimento. Non ne esce bene nemmeno la Lega di Matteo Salvini, che non è riuscita a piazzare la sua candidata in Emilia Romagna.


In Emilia Romagna, considerando i valori totali, è il Pd ad avere ottenuto il maggior numero di voti, con il 33% delle preferenze, seguito dalla Lega (31%) e da Fratelli d’Italia, che colleziona l’8,4% dei voti. Nelle province, però, la situazione non è così omogenea. Se, infatti, le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena (in rosso nella mappa sottostante) confermano il dato regionale, nelle altre province (in verde) la Lega risulta il partito più votato.

Situazione abbastanza diversa invece quella che si presenta in Calabria. Anche in questo caso, infatti, il Partito Democratico si conferma quello con il maggior numero di preferenze. I voti, tuttavia, sono molto inferiori a quelli ottenuti in Emilia Romagna. Per la coalizione di Centrodestra, invece, è Forza Italia, con 96 mila preferenze, a confermarsi primo partito. Le distanze con gli alleati, però, diminuiscono, con la Lega sotto di appena mille voti e Fratelli d’Italia che si ferma a 84 mila voti.
Interessanti sembrano, invece, i voti delle province alle coalizioni. Se pressoché ovunque, infatti, è la Lega a precedere Forza Italia, nella provincia di Reggio Calabria la situazione si presenta rovesciata. In questa provincia, infatti, è Fratelli d’Italia a fare l’exploit con il 16% delle preferenze, seguito dal partito di Berlusconi (15%) e soltanto dopo la Lega (9%).
4. I seggi in Consiglio Regionale
Le elezioni regionali in Emilia Romagna hanno permesso di rinnovare per i prossimi 5 anni i 49 scranni delle Torri di viale Aldo Moro a Bologna. 22 andranno al Partito Democratico, che ha ottenuto il maggior numero di voti, e costituirà la maggioranza insieme ai 6 consiglieri delle liste civiche collegate a Bonaccini. Per l’opposizione, invece, oltre al seggio che di diritto toccherà alla stessa Borgonzoni, poiché prima candidata non eletta, 14 seggi toccheranno alla Lega, 3 a Fratelli d’Italia e uno solo a Forza Italia. 2 seggi soltanto spetteranno ai consiglieri del Movimento 5 Stelle.

In Calabria, invece, alla maggioranza spetteranno 19 dei 30 seggi della Cittadella Regionale. In particolare, 5 andranno a Forza Italia, 4 alla Lega e altrettanti a Fratelli d’Italia. Gli altri 6 seggi sono distribuiti tra consiglieri eletti in liste civiche collegate alla coalizione. All’opposizione, invece, siederà Callipo, insieme a 5 consiglieri del Pd e altri 5 eletti nelle liste civiche collegate.

5. I risvolti politici
“Siamo molto contenti del risultato del Pd, mi sembra di poter dire che il risultato del marzo 2018 sia alle nostre spalle. Il dato è straordinario perché il Pd è là, nonostante due scissioni, grazie alla fiducia dei cittadini. Non si può che esprimere una grande soddisfazione per questo Paese”, commenta su Facebook il segretario dem Nicola Zingaretti, dicendosi felice per i risultati ottenuti da Callipo e Bonaccini. “C’è un po’ di rammarico – aggiunge, tuttavia, Zingaretti – perché se il fronte del centrosinistra fosse stato unito il risultato sarebbe stato migliore”. Il segretario dem inoltre mette in risalto la “grande vitalità dell’elettorato, che ha partecipato in massa”, e di questo ringrazia anche il movimento delle Sardine, alle quali dà il merito di “una scossa democratica positiva”.
Ad un grazie si limita invece il commento del leader della Lega, Matteo Salvini. “Grazie a oltre un milione di emiliano-romagnoli che hanno scelto il progetto di Lucia Borgonzoni e della Lega, record storico per il centrodestra in Emilia-Romagna! – scrive su Facebook – E grazie ai calabresi che ci hanno permesso di liberare la loro terra dal Pd. Avanti, a testa alta!”. “Complimenti di cuore a Jole Santelli, neo presidente della Regione Calabria”, è invece il commento della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Ha conquistato una vittoria straordinaria in una terra che ha bisogno di rinascere, e Fratelli d’Italia lavorerà al suo fianco per raggiungere questo obiettivo – scrive su Facebook –. Il confronto combattuto in Emilia-Romagna, in una regione governata da sempre dalla sinistra, è già una vittoria perché è un risultato che fino a pochi anni fa sembrava irraggiungibile”. Silvio Berlusconi, infine, si dice soddisfatto del successo di Jole Santelli in Calabria, che rappresenta “il successo di una dirigente preparata che fa parte della storia di Forza Italia”. Per il Cavaliere, “a questo suo risultato personale corrisponde la grande affermazione di Forza Italia nel voto di lista”. “Un sincero ringraziamento va anche a tutti coloro che si sono dedicati alla difficile battaglia elettorale in Emilia Romagna – scrive in conclusione il leader azzurro –, dove il centro-destra ha ottenuto un risultato comunque importante, in una tradizionale roccaforte rossa”.
Il premier Giuseppe Conte, commentando i risultati, si è concentrato sulla loro valenza nazionale. “Non ho cambiato idea – spiega uscendo da Palazzo Chigi –: avevo detto che sono appuntamenti elettorali regionali, anche se, per carità, possiamo anche dare loro dei significati politici”. Quindi Conte aggiunge che “c’è stato chi ha inteso fare di questo appuntamento elettorale, impropriamente, un referendum contro o pro il governo nazionale. Mi riferisco a Salvini che esce il grande sconfitto di questa competizione. I cittadini lo hanno inteso come referendum su di lui”. Il reggente del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, infine, assicura che sarà deluso chi pensa che il Movimento sia finito, perché “chi dice questo non ha capito cosa sia veramente il Movimento 5 Stelle, perché siamo nati e quali sono gli ideali che ci guidano e ci rendono diversi da tutti gli altri”. “Non resta che continuare a lavorare pancia a terra con il governo che, dopo queste elezioni, deve proseguire nel suo percorso”, conclude Crimi.
Francesco Amato
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