Non si è ancora conclusa la prima settimana del rientro scolastico, e con essa i numerosi disagi e problemi che affliggono numerosi studenti e insegnanti di tutta la Capitale. Riscaldamenti che non funzionano, impianti guasti e non funzionanti, e spesso anche mancanza di corrente elettriche. Il tutto, anche in istituti dove si era intervenuto, e che inizialmente non avevano presentato problemi.
Andrea Catarci, ex Presidente del Municipio VIII, riassume la situazione della sua zona: “A tre giorni dal guasto che ha salutato il rientro a scuola di bambini e bambine della scuola elementare e dell’infanzia Principe di Piemonte, nel quartiere San Paolo, la scena si ripete identica. Niente luce e niente termosifoni, mensa garantita solo se si risolverà presto il problema, aule fredde e buie per i pochi che restano mentre la gran parte delle classe rimangono vuote e le famiglie si portano indietro i figli, tra impotenza, desolazione e rabbia loro e del corpo insegnante”.
Situazioni bordeline sono state segnalate anche dalla scuola Badini all’Aventino, inclusa nel Comprensivo Regina Margherita, dove oltre al freddo che ha costretto gli studenti ad andare a scuola dotati di una stufetta, è crollato anche un pezzo del controsoffitto. Spiega la preside Pasqualina Mirarchi: “Tutto è cominciato ieri quando al piano si sopra si è spento il riscaldamento. La ditta è arrivata solo stamattina ed è al lavoro per capire dov’è il danno: si tratta di una tubatura che perde, ma i tecnici stanno facendo i buchi in strada. Ci hanno detto che il problema, pur risentendone la scuola, è all’esterno dell’edificio. Non posso chiudere la scuola senza ordinanza del sindaco, ma mi auguro che entro domani il danno sia solo un ricordo e che lunedì si possa tornare in classe senza alcun problema. E’ accaduto il 9: sono venuti giù alcuni pannelli, ma erano di polistirolo. Nel dubbio sono stati tolti tutti e ne saranno ripristinati di nuovi”.
Una situazione di criticità dunque, che interessa moltissimi istituti della capitale. Secondo Andrea Russo, segretario della Rete Studenti del Lazio, circa l’80% delle scuole superiori non è in grado di fronteggiare all’emergenza freddo, presentando una temperatura interna di circa 10°. Il disagio avrebbe provocato la perdita di almeno un giorno di scula ad oltre 10.000 studenti.
In alcuni casi gli studenti sono scesi in strada a protestare, come gli alunni del Plinio Seniore, mentre altri minacciano di farlo se non partiranno i riscaldamenti. Emanuele Gisci, Assessore alla Scuola, dichiara: “Stanno al gelo, aule sotto ai dieci gradi. Non è competenza del municipio e del Comune, bensì di Città Metropolitana. Che però non interviene. Farò tutto quello che potrò per questi ragazzi che vivono e studiano nel nostro territorio”.
Situazione del tutto analoga anche ad Ostia, dove gli studenti di diverse scuole superiori si sono riversati nei cortili e nelle strade per protestare contro le bassissime temperature, che sfiorano i 2 e i 3 gradi. A peggiorare la situazione del Municipio X anche la mancanza di corrente elettrica, e di conseguenza dell’impianto di illuminazione.
Ma i tecnici del comune continuano a difendersi. Dopo una prima discolpa, che ricordava come ben 62 impianti (su 1137) fossero guasti, rotti o malfunzionanti, questa volta i tecnici ci fanno sapere di non aver ricevuto alcun comunicato da parte della protezione civile, e che per questo motivo non si è aperto nessun tavolo tecnico per gestire l’emergenza.
La colpa, quindi, questa volta sarebbe della Protezione Civile. Come spiega Domenico Leccese, ingegnere responsabile della gestione al Simu: “Nel 2012 c’era stata un’allerta della protezione civile e si era aperto un tavolo di crisi per programmare mentre quest’anno non è arrivato nulla, quindi io stesso, vedendo le previsioni meteo, il 5 gennaio ho suggerito l’accensione anticipata di due ore. Visto però il freddo abbiamo anticipato di altre due ore accendendo i riscaldamenti alle 3, ritenendo congrua una pre-accensione di cinque ore prima dell’inizio delle lezioni”.
Lo stesso Leccese però avverte che “le problematiche ci sono tutte le mattine perchè si tratta di macchine termiche. E noi abbiamo una diffusione su 1.200 chilometri quadrati con caldaie spesso di oltre 25-30 anni in edifici con anche più di 100 anni: quando si va a -5, un impianto programmato per zero gradi va in crisi“.
Un sistema dunque vecchio, e inadeguato a gestire situazioni emergenziali come questa. Da sommarsi ad una carente comunicazione con gli istituti, che in diversi casi pare non abbiano attuato le direttive per tempo. Con buona pace degli studenti e degli insegnanti, ma anche della comunicazione della protezione civile.
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