di Riccardo Corsetto* (FB: https://www.facebook.com/riccardo.corsetto )

Della bellissima Sanna Marin, giovanissima e avvenente premier Finlandese, paese che conta circa 5 milioni di abitanti – praticamente la nostra Emilia Romagna – non dovrebbero interessare le perfomance da TikToker, i balletti con le amiche in topless e a seni all’aria, e nemmeno il fatto che sia cresciuta sin da piccola in una famiglia omosessuale, con la madre e la di lei compagna lesbica. Ognuno a casa sua si fa i bunga bunga che preferisce e che si merita.
Ognuno è libero di fare quello che gli va, cantava un grande Luigi Tenco prima che lo ‘suicidassero’ per aver scoperto le combine criminali sul Festival di Sanremo. Ma questa è altra storia che nulla c’entra con la bella Marin e le sue amiche a tette all’aria.
Quello che c’entra invece sono i diritti del popolo curdo di Siria e Turchia, che il memorandum sottoscritto dalla Finlandia con il turco Erdogan a giugno scorso svende e tradisce in cambio dell’invito al club privé della NATO.
Questo si è osceno: Una Finlandia che per comprarsi un posto sotto l’ombrello sicuro della NATO paga con la pelle dei curdi siriani e turchi.
Non mi scandalizzano le tette delle amiche zoccole di Sanna, ma la Finlandia socialdemocratica, civile e progressista che si prostituisce con Erdogan per accomodarsi nell’alcova della NATO, offrendo in cambio il sangue dei curdi.
Grazie a tale accordo la Marin e la sua Finlandia non offrirano più asilo ai perseguitati politici curdi come avvenuto fino ad oggi (molti rifugiati sono già stati estradati e riconsegnati alle autorità turche) e non impediranno la vendita di armi alla Turchia nonostante le sanzioni imposte a Erdogan dal 2019 per le offese ai curdi nel nord della Siria.
Curdi, tra l’altro, che hanno aiutato armi in pugno il mondo intero a liberarsi dal pericolo dei tagliagole islamici dell’ISIS, con azioni spesso eroiche.
Insomma per la bella Sanna Marin e la sua Finlandia, i diritti civili sono un baluardo in casa, ma val la pena svenderli quando interessano altri. La decisione di aderire alla NATO all’indomani dello scoppio della guerra convenzionale tra Ucraina e Russia del febbraio scorso, seppur legittima da parte della Finlandia, fa pagare un prezzo altissimo al popolo curdo, abbandonato alla pulizia etnica di Erdogan.
Storia per la quale la stampa occidentale non ha ovviamente spazio né megafono. Come non lo ha per il Tibet, essendo impegnata a riversare fiumi di inchiosto su Taiwan, seguendo pedissequamente il menabò degli americani e l’agenda NATO.
Questo sì è insopportabile: le tette all’aria e le moine della Marin per sedurre Erdogan, mentre i reduci curdi vengono estradati da Helnsinki e da Stoccolma e consegnati al dittatore turco.
Ma c’è da dire che Sanna Marin non ha svenduto da sola il popolo curdo in cambio di una tessera al club NATO, ma lo ha fatto insieme a quell’altro faro dei diritti umani e del progressismo che è la Svezia dell’altra paladina del progressismo Magdalena Andersson, premier svedese.
Ora sulla Andersson non abbiamo gossip, né amiche che sventolano le sinne al vento. Per la premier svedese parla da solo il suo curriculum: la signora ha lavorato presso la Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture (AIIB), membro di diritto del consiglio di amministrazione; nella Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) come membro d’ufficio del consiglio di amministrazione.
Poi in Banca europea per gli investimenti (BEI), come membro di diritto del consiglio di amministrazione dal 2014.
E’ stata nell’Agenzia Multilaterale di Garanzia degli Investimenti (MIGA), che fa parte della Banca Mondiale, Membro ex-Officio del Consiglio dei Governatori.
Nel Nordic Investment Bank (NIB), è stata presidente d’ufficio del consiglio dei governatori. Nella Banca Mondiale, ha ricoperto il ruolo di membro ex officio del consiglio dei governatori.
Nel 2020, il Comitato monetario e finanziario internazionale (IMFC), che è l’organo principale consultivo politico del Consiglio dei governatori del Fondo monetario internazionale (FMI), ha nominato la Andersson come presidente. Divenendo la prima europea donna a ricoprire un ruolo così importante nel Fondo Monetario Internazionale. Insomma, una donna a cui i legami con i poteri forti atlantici sembrano non mancare già prima della sua elezione a primo ministro svedese. Anche lei, da buona bankester, ha preso mutuo in casa NATO ipotecando la vita dei curdi.
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