All’anagrafe Andrea Scanzi, inizia una carriera da critico musicale che trova il suo punto più alto quando Pau dei Negrita lo gonfia di botte in una discoteca di Arezzo. Prova a spacciarsi quindi per esperto di tennis, e dall’alto della sua competenza annuncia al mondo che Federer è finito; solo che al campione svizzero non arriva questa voce e quindi vince altri tre tornei del grande slam.
Si ricicla provando a parlare di politica, ma per farlo gli serve quello di cui ogni mediocre che vuole diventare qualcuno ha bisogno: un cavallo di battaglia, un protettore, uno sponsor insomma, uno di cui parlar bene, uno da ingraziarsi (non abbiamo scritto uno a cui a leccare il culo perché siamo brave persone). Lo trova nel M5S, di cui diventa uno degli intellettuali di riferimento. E diventare il riferimento intellettuale di quello che è universalmente riconosciuto come l’elettorato più ignorante d’Europa dev’essere sicuramente un bel vanto, ma andiamo oltre.
Salito sul carro giallo di Grillo e del suo mentore Travaglio (di cui sembra la versione scadente made in China comprata su Wish) inizia a fare quello che ogni grillino ha fatto per anni: buttare merda addosso a tutti. I suoi bersagli sono i soliti, i cattivi per eccellenza insomma: Renzi e Berlusconi, scelta banale e priva di originalità. Ce l’ha a morte anche con Sgarbi, sempre a proposito di originalità nello scegliere chi colpire, e quando vuole misurarsi con lui appare come una pulce che si incazza contro un San Bernardo. Sia chiaro, Sgarbi ogni tanto non va giù neanche a noi, ma se la differenza di preparazione e cultura tra i due si potesse misurare in distanza saremmo costretti a ricorrere agli anni luce. Altro bersaglio su cui ama sparare è la Boschi, verso la quale nutre una vera e propria ossessione compulsiva che lo porta a giudicarne persino l’estetica dei piedi, da lui definiti come i più brutti della politica, “cicciuti che spanciano, grassottelli e in più poggiati su una caviglia bruttina”. Per soffermarsi così tanto sui piedi o sei un esperto feticista oppure sei uno stronzo che vuole offendere gratuitamente (oppure tutte e due le cose)
Il meglio di sé però l’ha dato in due distinte occasioni: Governo Lega M5S e Coronavirus. La prima, dopo le elezioni del 2018. E qui siamo costretti, ahinoi, a dover inserire la perla che ci regalò in quei giorni: “Il Salvimaio (accordo Lega-M5S) è una cosa di cui parlano i disadattati neuronali, ci aspetta un Renzusconi”. Il Salvimaio, a cui secondo lui pensavano solo i disadatti neuronali, divenne realtà pochi giorni dopo e al povero Scanzi non restò che scapicollarsi nel goffo tentativo di trasformare questa ennesima figura di merda in un’opportunità per restare a galla, scrivendoci sopra un libro e mettendo in piedi uno spettacolo teatrale; insomma, un’acrobatica arrampicata sugli specchi degna di Spiderman, ma siccome stiamo parlando di Scanzi e non di Peter Parker il risultato è stato che la sua credibilità è finita col culo per terra.
Dopo quel punto era impossibile scendere più in basso, a meno che tu non sia Andrea Scanzi, perché in quel caso puoi. E a farlo precipitare per sempre nella classifica intergalattica dei cazzari, a imprimere le sue orme nella walk of fame dei ciarlatani, accanto alle stelle della Brigliadori e di Wanna Marchi, ci ha pensato il Coronavirus, che di cazzari ne ha smascherati tanti.
“Questa non è una malattia mortale, porca di una puttana, troia, ladra. Cosa state a casa? Pensate che si va in guerra? Con il coronavirus non succede una sega nel 99,7 o 8 per cento dei casi. Perché vi viene un piccolo cazzo di raffreddore vi preoccupate? Avete bisogno della Nutella per sopravvivere alla quarantena. Sono incazzato nero con la deficienza dei giornalisti che vanno in giro con amuchina e mascherina. Non è una pandemia. Mi sono visto annullare tutte le date a teatro. Continuate a uscire, a scopare, a venire a teatro”.
Ci scusiamo per il linguaggio ma queste sono esattamente le folli parole pronunciate in un video, in cui, in occhiali da sole e giacchetto da motociclista, il buon Scanzi inveiva contro la gente spaventata che aveva scelto di fregarsene del suo mediocre spettacolo e di restare a casa. Parole pronunciate mentre in tutto il mondo la gente moriva e i medici cercavano di capire bene cosa stesse succedendo. Da uno che parla in questo modo sarebbe stato legittimo aspettarsi una rivolta contro la quarantena. Invece no, perché stiamo parlando di Scanzi. Ecco di chi stiamo parlando. Ecco uno che qui da noi viene considerato giornalista.
Vincenzo Morabito
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