Sovranità monetaria: il più grande furto a cui dobbiamo reagire con l’intelligenza per evitare la forza

Se è vero che la Storia è vichianamente circolare, prima ancora che qualcuno proponga referendum utopici su questa materia ancora distante dalla pancia delle masse, noi, o i nostri figli, o forse soltanto i figli dei nostri figli, usciranno dalle loro case armati come i francesi che assaltarono la Bastiglia e i contadini russi che assalirono il Palazzo d'Inverno. Il prossimo appuntamento, tragico, con la Storia, sarà, proprio sulla sovranità monetaria. Il nuovo latifondo del nuovo signore Feudale.

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Direttore L’Unico e Segretario Lega Ponte Milvio

di Riccardo Corsetto

Da ragazzino sentivo Teodoro Buontempo, storico consigliere comunale e poi parlamentare missino, di origini abruzzesi, parlare di Signoraggio. Non ne capivo quasi nulla, come la maggior parte della gente oggi. Un tema ostico persino agli addetti ai lavori. Tra gli economisti potete trovare opinioni contrastanti tra chi crede che il Signoraggio esista, e chi invece dice che sia una mera fantasia, una invenzione, poco più di una suggestione popolare e populista.

Tecnicamente il Signoraggio non è complesso da capire: rappresenta il guadagno che il Signore (anticamente parlando) faceva battendo moneta e mettendola in circolazione. La differenza tra il valore nominale e quello effettivo della moneta legale di uno stato. Quando le monete erano in oro, il valore nominale e quello effettivo coincidevano. Per tanto il portatore era sempre titolare di una ricchezza concreta. Oggi con lo sganciamento della moneta dall’oro, e da qualsiasi riserva – che consentiva un minimo di “coerenza” tra il denaro circolante e la ricchezza patrimoniale dello Stato – il denaro si è “ontologicamente” trasformato da mezzo convenzionale in prodotto. In merce.

Questo fenomeno è solo l’inizio del problema. Il resto del danno lo compie l’usurpazione arbitraria e sibillina del diritto di esercizio dell’emissione monetaria. Che dovrebbe per logica appartenere al popolo. Popolo che per convenzione dovrebbe essere – come diceva il professore Giacinto Auriti, abruzzese come Buontempo – unico titolare del denaro circolante. E perché dovrebbe esserne unico titolare? Perché il denaro, in democrazia  (non in monarchia) non essendo per principio “merce” ma “mezzo”, è inventato e accettato dal popolo per gli scambi di natura economica e commerciale.

Solo il popolo che lo accetta e lo legittima ne è quindi, per diritto naturale,  proprietario. Usiamo il riferimento al diritto naturale, proprio perché, il denaro circolante, dovendosi rapportare al valore del prodotto interno lordo, è ontologicamente, e nella sua somma nazionale, un titolo corrispondente alla somma dei valori dei servizi e dei prodotti generati dallo Stato, quindi dall’impresa pubblica e dall’impresa privata. Se il denaro è questo, il denaro allora può appartenere solo al popolo, e per logica conseguenza deve appartenere al popolo il diritto di esercitarne l’emissione.

Un esercizio fondamentale da cui dipende la politica monetaria e il gioco dell’inflazione e della deflazione che sono per uno Statista e per un ministro dell’Economia esattamente come le azioni del lascare e del cazzare per il timoniere di un veliero. Comandi fondamentali per tenere la rotta e non naufragare.

Ebbene: Chiediamo al lettore che stupido non è? quando è stato chiesto al popolo italiano che il potere monetario doveva esercitarlo un comitato di privati (la BCE è un ente i cui azionisti sono le banche centrali nazionali, a loro volta detenute per il 100% da soggetti privati che non sono sottoposti alle regole della democrazia)? La risposta è: mai!

Al di là delle opinioni (qualcuno potrà essere pure favorevole a che la sovranità monetaria sia esercitata dal privato), bisogna iniziare a spiegare al vicino di casa, che del Signoraggio nulla sa e poco capisce, che si tratta non di una truffa, come qualche scuola di pensiero asserisce, bensì di un’usurpazione di un diritto, da parte di pochi privati al legittimo titolare. Ma la cosa peggiore è che tale usurpazione avviene senza l’utilizzo né della forza, né della rapina. Avviene per ignoranza del derubato. Come quello che non si accorge di essere scippato sull’autobus.

Noi italiani, e noi europei, oggi siamo derubati e non lo sappiamo. Se lo sapessimo sarebbe già esplosa una sommossa sotto le istituzioni europee. Tra l’altro, in epoca di crisi, come quella che viviamo e che è stata generata proprio da chi oggi gestisce illegittimamente il potere monetario mai delegato, la sovranità monetaria è utile alla politica e al Governo per amministrare la crisi. Aumentando o diminuendo la spesa. Svalutando o rivalutando il denaro. Aumentando e diminuendo le importazioni e le esportazioni. Il risultato di questa grande silente usurpazione è che la Politica è genuflessa al potere economico, che la ricatta quotidianamente con i vincoli e con l’invenzione dello spread. Se oggi avessimo una banca centrale nazionale avremmo già ricostruito il Ponte di Genova, mettendo peraltro soldi nelle tasche di molte famiglie. E non è vero che la stampa arbitraria del denaro avrebbe creato inflazione, perché all’aumento della capacità di spesa, segue, fisiologicamente, un aumento della capacità produttiva che consente all’economia reale (sic: reale!) di riequilibrarsi.

 

Ezra Pound
Poeta, scrittore e filosofo dell’economia

 

Ezra Pound la spiegava cosi: “Dire che lo Stato non ha soldi per fare spesa pubblica è come dire che non ha chilometri per costruire strade”.

Henry Ford diceva che il giorno in cui il popolo avrebbe capito la truffa della sovranità monetaria, quel giorno sarebbe stato la vigilia di un ’48.

E da queste pagine la possiamo dire una cosa agli amici lettori? Senza paura di esser presi per pazzi? Noi vaticiniamo quel giorno, vichianamente, se è vero che la Storia è circolare, prima ancora che qualcuno proponga referendum utopici su questa materia forse distante dalla pancia delle masse, noi, o i nostri figli, o forse soltanto i figli dei nostri figli, usciremo dalle nostre case.

Armati come i francesi che assaltarono la Bastiglia e i contadini russi che assalirono il Palazzo d’Inverno. Il nuovo proletariato contro i nuovo feudalesimo finanziaro. Se ancora non è accaduto è solo perché c’è ancora un livello accettabile di povertà diffusa. Ma succederà. E scorrerà del sangue. La domanda per chiudere questo articolo è: abbiamo strade democratiche per ristabilire la giustizia? Per indennizzare questo torto? Per tornare ad essere padroni del nostro portafoglio, in casa nostra, attraverso la via democratica?!

Kennedy ci provò a restituire la Banca nazionale americana al Congresso (Parlamento Usa) democraticamente. Sei mesi dopo quel tentativo alcuni proiettili lo colpirono a morte.

Alexander Hamilton, uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti, sapeva che lo Stato necessitasse di una banca pubblica, anch’essa con potere di erogare credito, affinché la politica fosse autonoma nelle decisioni dei piani di crescita dell’economia. Hamilton sapeva che una banca privata finanziatrice di opere pubbliche, avrebbe sottoposto lo Stato ai propri interessi in contrasto con quelli del pubblico.

L’altro gigante fondatore USA, Thomas Jefferson scriveva:Se gli Americani consentiranno mai a banche private di emettere il proprio denaro, prima con l’inflazione e poi con la deflazione le banche, e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri.” 

Il prossimo appuntamento, tragico, con la Storia, sarà, proprio sulla sovranità monetaria.

(L’UNICO)

 

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