Stadio Roma, Franceschini: “Intervenire sul vincolo? È illegale e non lo farò”

Franceschini non interverrà sul vincolo apposto dalla Soprintendenza sull'ippodromo di Tor di Valle: "Sarebbe illegale farlo e non lo farò". Intanto il gruppo Pd in Campidoglio chiede un consiglio straordinario "per riportare la discussione nella città" dichiara

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“Io non ho strumenti per intervenire, né lo farò”. Così il ministro di Beni culturali e Turismo Dario Franceschini risponde circa il vincolo posto dalla Soprintendenza a Tor di Valle dove dovrebbe sorgere lo stadio della Roma, nel corso della presentazione della Giornata nazionale del paesaggio del 14 marzo. “Ci sono competenze molto precise guidate dalla legge che appartengono alla totale autonomia delle Soprintendenze che non hanno un livello politico gerarchicamente superiore da far cambiare una decisione. Anzi, se lo si facesse, si commetterebbe un illecito o un reato, chiamatelo come volete”.

“Ci sono delle forme previste dalla legge e dai regolamenti a disposizione sia degli altri livelli istituzionali che dei privati per tutelarsi in caso non si condivida una decisione”, spiega Franceschini. “Non si può invocare a tratti che la politica sia fuori dalle scelte tecniche e poi che la politica intervenga a seconda dell’obiettivo che si vuole raggiungere – dice ancora il ministro -. Esistono procedure che possono essere seguite sia nell’apposizione dei vincoli sia nei livelli di competenza che sono le Soprintendenze, la commissione regionale che appone vincoli alla fine del percorso istruttorio e il parere dei comitati tecnico scientifici del ministero che sono altrettanto autonomi. Come ho già detto pubblicamente, essendo stato chiamato in causa quasi sempre da quelli che invocano che la politica stia fuori dalle scelte tecniche, io non ho strumenti per intervenire, né lo farò”.

Intanto in una nota il gruppo Pd in Campidoglio annuncia che chiederà “un consiglio straordinario e lo faremo per riportare la discussione nella città”. “La rivisitazione o meglio il nuovo progetto #StadioDellaRoma, annunciato dalla giunta Raggi e dai vertici di Eurnova, non è ancora nero su bianco – scrivono i consiglieri dem -. Sono passati 8 mesi e a causa dei ritardi di questa amministrazione, dovuti soprattutto ai loro continui tentennamenti, la Roma ha maturato rilevanti diritti economici che può far valere presso l’amministrazione pubblica. Ed è per questo motivo che – nonostante i mal di pancia del Movimento 5 Stelle e della base del M5S la Giunta ha deciso di dare pieno credito sulla parola ai proponenti, una carta bianca al buio, in assenza di un progetto compiuto, di un piano finanziario, di un progetto esecutivo”. “Noi – aggiungono – vogliamo capire se questo nuovo progetto potrà avere l’utilità pubblica. Le opere pubbliche sono la priorità del progetto e sono indispensabili, così come la loro quantità e la loro qualità. A nostro avviso è altrettanto indispensabile anche la qualità architettonica del progetto, la presenza del verde, la connessione dei due quartieri sulle sponde del Tevere e la viabilità”. “Peraltro – proseguono – anche il numero dei posti dello stadio sembrerebbe scendere al di sotto dei 60 mila, cioè una capienza che impedisce di ospitare i grandi eventi UEFA. Si tratta di un grave handicap che a livello internazionale penalizzerà Roma. L’Assemblea Capitolina che rappresenta la città, i cittadini i tifosi della squadra, le forze produttive attonite di fronte ad una gestione a dir poco maldestra chiedono certezze. Noi lo faremo chiedendo questo consiglio straordinario. Forse la Roma pensava di poter giocare nel nuovo stadio nel giro di due anni – aggiungono in conclusione -, purtroppo e a malincuore, visto come si sono messe le cose, forse non sarà così!”. (L’UNICO)

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