Stop al bonus bebè

Fontana: “E’ stato presentato un emendamento per superare le inefficienze”

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Dal prossimo anno, il bonus per le famiglie che metteranno al mondo un bambino, non ci sarà più. Considerando che in Italia nel 2018 il tasso di natività è sceso del 1,7 % questo taglio, di certo, non è un incentivo ad incrementare questa statistica. L’erogazione mensile era così distribuita: 160 euro alle famiglie che avevano un reddito annuo minore o pari a 7.000 euro, 130 euro a quelle che arrivano dai 7001 fino ai 13.000, 100 euro a chi si assestava nella fascia compresa tra i 13.001 ed i 19.000 ed 80 euro ai genitori che percepivano un reddito annuo dai 19.001 ai 25.000 euro. Ne avevano diritto le neo mamme e le madri che avevano adottato o preso in affido un bambino, purché fossero cittadine italiane, cittadine di un paese appartenente all’U.E. oppure extracomunitarie in possesso di un regolare permesso, o carta di soggiorno. Inizialmente quest’incentivo era previsto per tutti i bambini nati dal 1° gennaio 2015 fino a quelli nati il 31 gennaio 2017 ed avrebbe coperto i primi tre anni di vita del bambino. Successivamente il bonus è stato prolungato per tutti i nati nel 2018 ed avrebbe coperto solo il primo anno di vita. In realtà questo stop assomiglia, nelle parole e (per ora) nei fatti, ad una sosta per migliorare questo contributo, più che ad una bocciatura vera e propria. Il ministro per la Famiglia e per la Disabilità,
Lorenzo Fontana, ha dichiarato: “E’ stato presentato un emendamento governativo, per superare alcune inefficienze”. A dar peso alla sua affermazione c’è la proposta di proroga, presentata dal Movimento 5 Stelle, all’interno della legge sulle semplificazioni fiscali. In questo testo si chiede la proroga per tutti i bambini nati fino al 2021, con una riforma delle fasce di reddito, al fine di rendere più equilibrato e mirato, questo contributo statale. I nuovi parametri sarebbero questi: 130 euro mensili alle famiglie che hanno un reddito annuo tra i 7.000 ed i 13.000 euro e 100 euro al mese per chi invece staziona tra i 13.001 fino ai 19.000 euro annui. In questo modo verrebbero aiutate maggiormente le famiglie più indigenti, che usufruirebbero del taglio destinato a coloro che si assestano sui 25.000 euro annui, pari a 2.083 euro mensili. Nel caso questa proposta venga accettata, è previsto un esborso pari a circa 377 milioni di euro annui, una spesa non indifferente, destinata però a rendere più dignitosa la vita delle famiglie italiane. In realtà sarebbe molto importante capire se e quando verrà approvata questa proposta e poi sapere da dove verranno
presi i soldi necessari per sostenerla. Soprattutto se consideriamo che il Movimento 5 Stelle non ha rinunciato al progetto che prevede l’inserimento del reddito di cittadinanza e solo per quello il Paese si esporrebbe, per una cifra che si aggirerebbe, tra i 14 ed i 17 miliardi di euro l’anno. Una cifra che spaventerebbe qualsiasi paese, figuriamoci uno come l’Italia.

Alessandro Nardi

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