di Michele Farina* e Riccardo Corsetto*

Cari Stopeuristi, i corto circuiti sono iniziati da tempo e ora iniziano le scintille. Segno che è ora di andare oltre l’Euro. Italiani abbandonati davanti ai bancomat in preda alla disperazione perché la dispensa e il portafoglio sono vuoti. La polizia costretta, pur controvoglia, a fare da sentinella a un sistema che toglie il pane ai suoi figli. Immagini di gente che arriva alle casse con carrelli pieni e tasche vuote sono solo l’anticamera di quello che potrà avvenire tra un mese, mentre aspettiamo che l’UE trovi il modo per espropriarci dell’argenteria di famiglia, fra le macerie che loro avranno prodotto. Mentre gli italiani muoiono e gli altri Stati sovrani corrono ai ripari stampando moneta, la Troika e l’Ue sono ferme: incapaci di agire, stampare, empatizzare. Ma i soldi, fondamentalmente un’invenzione contabile, appartengono al popolo. Per questo dobbiamo riprenderci il banco. 

Dobbiamo ribellarci culturalmente all’esproprio più grande della Storia. E’ finito il tempo delle chiacchiere. La BCE e palazzo Koch rappresentano oggi la Bastiglia e il Palazzo d’Inverno. Che noi NON dovremo assaltare fisicamente, contrari come siamo alla violenza, ma culturalmente, eticamente e politicamente.

Il 35% degli italiani comprende oggi finalmente la truffa dell’usurpazione monetaria. Potenzialmente siamo la maggioranza silenziosa, se non mancasse il coraggio di uscire dai Trattati. Il coraggio manca, ma la soluzione c’è e oggi lo stomaco vuoto aiuterà questa rivoluzione etica e culturale.  Comunque vogliate chiamare la nostra ribellione sappiate che è cominciata. E noi abbiamo il dovere di governarla e portarla all’obiettivo migliore: per il bene del nostro presente e il futuro dei nostri figli. Non è retorica. E’ diventata sopravvivenza.

Il popolo italiano, pur nel dramma di questa crisi sanitaria ed economica, sta iniziando a comprendere quello che molti di noi, in verità, rivendicano da sempre. Da prima che l’Euro, moneta-debito, entrasse in vigore. I tempi sono maturi per sventolare la bandiera dell’INDIPENDENZA MONETARIA. I nostri figli sapranno un giorno che ci siamo impegnati per un principio di diritto, prima ancora che per lo stomaco vuoto. Prima venne la coerenza  poi la dispensa.  

Il coronavirus mostra, anche ai più distratti, quello che era chiaro sin dai preamboli di Maastricht: uno Stato che perde la moneta e la banca nazionale perde LIBERTA’ e DIGNITA’. La privatizzazione dei sistemi bancari l’abbiamo ereditata dai paesi anglosassoni, ma oggi, sono proprio gli inglesi e gli americani, a ribellarsi alla loro invenzione. Inventori del liberismo, del denaro-merce, e dell’esproprio dell’emissione, sono i primi oggi a rifugiarsi nella nazionalizzazione dell’emissione monetaria. Brexit docet, Trump docet.

Gli inglesi furono i primi a scippare la banca, nel 1694. Paterson inventò la Banca d’Inghilterra come prima banca privata della Storia. E si vantò pubblicamente della “genialità” di trarre beneficio dall’interesse su tutto il circolante e la moneta creata dal nulla, ma che appartiene al popolo. Quello che lui chiamava vanto e che invece è USURA.

La privatizzazione delle banche centrali – per principio – è un’attività a delinquere, con l’assurdo che oggi quello che effettivamente è un esproprio illegittimo, è visto come un  diritto delle elites finanziarie. Qualcuno che voleva abolire la proprietà privata è stato combattuto dal globalismo, il quale però poi ha abolito la proprietà pubblica.

La giusta via sta nel mezzo. La banca centrale non è una fabbrica di merce, ma una emanazione della Cosa Pubblica, come la mela che appartiene all’albero. Non può essere che un ente di diritto pubblico. Non c’entra l’economia per capire questo concetto. Semmai la filosofia dell’economia. C’entrano il buon senso, il diritto naturale e l’etica.

Il Covid19 ci aiuterà a diffondere, almeno, il virus della conoscenza. Spiegando che il Banco centrale appartiene solo ed esclusivamente ai cittadini, e che il debito pubblico, in un sistema nazionalizzato è cancellato moralmente e matematicamente: perché uno Stato che finanzia se stesso può fare quanta spesa pubblica necessita. Senza indebitarsi e senza fallire. Perché ogni prestito dello Stato verso se stesso, rappresenta un debito e un credito che si annullano vicendevolmente.

Nel mondo, del resto, non possono esserci più salite di quante siano le discese. E il debito pubblico, in un sistema con banca centrale nazionale, equivale a un credito. E’ qui che il mondialismo, scippando proditoriamente il banco sull’autobus di Maastricht, trova le motivazioni della progressiva necessaria usurpazione di sovranità. Che, poi, lentamente, da quella monetaria si è estesa alla politica e ad ogni ambito della vita quotidiana di tutti noi.

In Giappone, per esempio, la natura pubblica della banca centrale, impone al sistema degli istituti finanziari di comprare i titoli dello Stato.

Proprio ieri anche il presidente Donald Trump, ha infilato 2000 miliardi nelle tasche dei cittadini, nazionalizzando varie aree dei mercati finanziari tramite soldi presi dalle casse della FED. Una nazionalizzazione di fatto, che nella sostanza vuol dire che la banca centrale americana è sottratta ai Rothschild, e rimessa sotto l’egida del popolo americano. Unico, legittimo e morale proprietario. Noi italiani invece, mentre moriamo di virus e bancarotta, assistiamo alle vuote parole di Conte, alle minacce di Lagarde e alle lacrime di coccodrillo di Von Der Leyen.

Basta. Ora vogliamo l’indipendenza monetaria. Una ribellione etica iniziata ieri, 20 marzo 2020, a Bari, davanti a una banca, dove un padre di famiglia cercava 50 euro per mangiare e non ha trovato lo Stato né l’Unione europea ad assisterlo. Ma solo la generosità di un passante per caso.

Di questo ci salveremo amici: di generosità, conoscenza e ribellione morale. Non ci resta che il dovere di organizzarci. Appena usciremo di quarantena, ci riuniremo presto, con tutti gli italiani di buona volontà: lavoratori, produttori, studiosi, artigiani, associazioni, movimenti, comitati, donne e uomini d’Italia. Ora che 5 milioni di concittadini sono a rischio fame, stacchiamo la spina all’UE e disintossichiamoci per sempre dall’Euroina. Non è utopia ma un diritto. (L’UNICO)

Michele Farina – #StopEuropa Italexit

Riccardo Corsetto – riccardo.corsetto@gmail.com

 

 

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