di Riccardo Corsetto

Direttore L’Unico
Bernardino il “cocomeraro” non ci sta. Costretto dal primo gennaio a scegliere tra l’illegalità e il lastrico da un’ordinanza di revoca partita dal municipio XV di Roma. Il suo chiosco sarà dichiarato illegale dal primo dell’anno, a causa di un provvedimento che finirà certamente al vaglio dei giudici amministrativi. Con lui, er pistola, come lo chiamano da 40 anni a Ponte Milvio, ci sono altri nove commercianti. Tutti sulla stessa barca. Condannati dall’amministrazione 5 Stelle, guidata da Stefano Simonelli. La loro colpa? Lavorare.
Secondo la ratio del provvedimento le passate amministrazioni avrebbero concesso occupazioni di suolo pubblico senza avere il nulla osta della sovrintendenza ai beni culturali, in un’area – Ponte Milvio – catalogata come “città storica” e, pertanto, oggetto di vincoli più restrittivi rispetto ad altre zone urbane. Le opposizioni durante il consiglio straordinario chiesto da Fratelli d’Italia, Lista Marchini e Forza Italia, hanno fatto blocco con i commercianti. Definendo il provvedimento insensato e pericoloso.

Giuseppe Calendino di Fratelli d’Italia ha chiesto alla giunta pentastellata un retrofront in autotutela. Strumento amministrativo che permetterebbe di sospendere la revoca, posticipando la decisione all’approvazione degli attesi piani di massima occupabilità. Anche perché – ha arringato Calendino davanti ad una trentina di commercianti accorsi al consiglio – “queste attività non sono abusive, hanno sempre pagato una osp alle casse pubbliche e costringerle all’illegalità, oltre ad essere politicamente e socialmente sbagliato, comporterà anche un danno erariale potenzialmente sanzionabile dalla Corte dei Conti”.

Un pasticcio senza precedenti. Una “crociata”, secondo molti, in chiave anti-movida voluta dall’assessore al commercio, Alessia Vivaldi, abitante di Ponte Milvio, storicamente avversaria della movida notturna. Tanto da arrivare a colpire – appena è arrivata la delega alle attività produttive – le dieci attività commerciali attive sotto l’abitazione privata dell’assessore. Un provvedimento chirurgico che in un municipio con una popolazione superiore alla regione Val d’Aosta, pone interrogativi sulla natura personale della decisione. Qualcuno l’ha già ribattezzata assessore al “condominio”, ironizzando sul sospetto che la signora punti da sempre a far valere il diritto dei proprietari di via Flaminia a liberarsi dalla movida.
“Er pistola” il Cocomeraro costretto a chiudere dopo 40 anni: “Io non mi muovo”
Ma questa mattina l’assessore – che non ha voluto rispondere alle nostre domande – ha respinto le accuse. “La revoca ha un’origine tecnica, non politica” ha dichiarato in consiglio, passando la patata bollente a Francesca Romana Nicastro, direttore del Municipio. Il 5 stelle, dunque, si trincera scaricando le colpe sui tecnici. Questa mattina il nostro giornale ha chiesto un’intervista sull’argomento anche alla Nicastro, che si è sottratta per “impegni maggiori”. Dalla segreteria del direttore però confermano che l’atto “avrebbe una natura tecnica, forse.” Un “forse” di troppo che ad oggi sembra nascondere male il gioco di melina fatto tra organi politici e tecnici del municipio XV.
Meno dubbioso il capogruppo Pd, Daniele Torquati, ex presidente che ha già governato con Nicastro e, pertanto, ha elementi per esprimersi con una certa cognizione. A differenza di Calendino l’ex presidente Pd non crede nemmeno per un attimo alla natura tecnica del provvedimento. Sforzo che invece il consigliere di Fratelli d’Italia ha cercato di fare. “Come mai il direttore non prese questa iniziativa quando c’era il nostro governo?”. Ragionamento che non fa una grinza. Simon Clementi parla per un quarto d’ora filato. E’ il titolare del Jarro ma al Consiglio parla nella veste di portavoce dei commercianti di Ponte Milvio. Il Jarro non è tra i locali oggetto di revoca (i tavolini di Clementi sono su suolo privato) ma l’imprenditore, che con i due fratelli ha altre attività nella zona, organizza la “rivolta”. L’intervento integrale ripreso dal nostro giornale e’ incisivo. Clementi annuncia ricorso al TAR e invoca la sospensione. Contesta a Vivaldi, a cui da del tu in consiglio, l’insufficienza della lettera alla sovrintendenza. E’ di pochi giorni fa, infatti, la lettera della Vivaldi alla sovrintendenza statale recante la “preghiera di accelerare i tempi di giudizio sul piano di occupabilità'” firmato 5stelle.
Simon Clementi (Presidente Commercianti Ponte Milvio): “Presentato ricorso al TAR” (CLICCA QUI PER L’INTERVENTO INTEGRALE DI SIMON CLEMENTI)
Un provvedimento che stona molto con la revoca. Soprattutto lì dove si appella alla “crisi economica” che aggredisce gli esercenti. Insomma sembra che la mano sinistra della Vivaldi non sappia quello che fa la destra. E agli esercenti non va giù. Come non va giù la frase uscita di bocca al giovane presidente della Commissione commercio, Francesco Ardu, del Movimento 5 Stelle. “A Ponte Milvio faremo piazza pulita”. “A me – dice er pistola a L’Unico – mi devono portare via con la forza. Ho sempre pagato e un Movimento che ho anche votato e fatto votare non può portarmi via il diritto di lavorare.” Vicino ar Pistola c’è anche Stefano Pecci, il leggendario Step di Vigna Clara, fonte d’ispirazione del personaggio di Federico Moccia, protagonista del fortunato “Tre metri sopra il Cielo”. Accorso in via Flaminia, 872 per solidarizzare con gli esercenti.
Giovanna Marchese Bellaroto (CNA): “Esercenti non abusivi”
E alla fine gli sforzi non son vani. Il consiglio approva con alcuni emendamenti il documento di Fratelli d’Italia, che impegna il Presidente, Stefano Simonelli, ad attivarsi per una sospensione della revoca. “Un risultato su cui impegneremo tutte le nostre risorse” ha detto a L’Unico, Alberto Kustermann, coordinatore FdI XV municipio. Il primo Gennaio è tra pochi giorni. Chi vivrà vedrà. Del resto di sopravvivenza si tratta. Gli esercenti e i loro dipendenti lo sanno bene.
Alberto Kustermann (FDI): “Consiglio sospenda la revoca in autotutela”
Paolo Salonia (Portavoce Comitato Abitare Ponte Milvio): “Assenza pianificazione è disastro”
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