Tecnologia, rischi e dubbi sul 5G

Poco si sa del 5G e dei rischi per la salute. Alcuni studi mettono in luce una possibile tossicità, ma i danni potrebbero ricadere anche sull'economia, con l'automazione che potrebbe portare a livelli inimmaginabili di disoccupazione. Siamo sicuri che è proprio ciò che vogliamo?

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Partiamo da cosa si sa del 5G e soprattutto dei suoi potenziali effetti sulla salute. Per 5G si intende un insieme di tecnologie di trasferimento dati e telefonia mobile basata su onde millimetriche con uno spettro particolarmente alto (da 30 GH a 300 GH) mai utilizzato precedentemente. Questa nuova tecnologia promette prestazioni e velocità molto superiori della tecnologia attualmente disponibile, ma si sa ancora molto poco sulla sua tossicità. Si sa che queste microonde interferiscono con le cellule e si teme possano generare interferenze nel loro funzionamento favorendo alcune forme tumorali soprattutto nei bambini.

Alcuni studi, come quello svolto in Italia dal Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” presso l’istituto Ramazzini di Bologna, hanno riscontrato aumenti statisticamente significativi nell’incidenza alcuni tumori maligni sulle cavie esposte a delle radiazioni dell’ordine di grandezza di quella delle esposizioni ambientali più comuni in Italia. Questo studio conferma i risultati riscontrati dal National Toxicologic Program americano, che ha riscontrato un aumento degli stessi tumori maligni nelle cavie trattate con le stesse radio frequenze.

Con il 5G aumenterà l’intensità di queste frequenze e la sua applicazione richiederà un notevole ampliamento dei limiti di accettabilità delle radiazioni e dell’inquinamento da elettrosmog. Ritengo che utilizzare come cavia direttamente la popolazione in assenza di studi adeguati sulla loro potenziale tossicità possa essere particolarmente rischioso, oltre che moralmente inaccettabile. Non sono l’unico a pensarla così, visto che anche in ambito scientifico ci sono molti autorevoli pareri contrari. C’è anche un appello firmato da 240 scienziati alle Nazioni Unite per una moratoria sul 5G.

Oltre ai rischi legati alla salute, che sono naturalmente in cima alle mie preoccupazioni come padre e come rappresentate dei cittadini che mi hanno votato, ci sono anche altri aspetti molto controversi nella sperimentazione di questa tecnologia. Il 5G è una tecnologia che consente il trasferimento di una mole enorme di dati che favorirebbe una completa automazione di trasporti e robot per la produzione. Sappiamo che in Cina la tecnologia 5G è stata utilizzata per sostituire interamente il personale di alcune aziende e persino di alcuni alberghi con dei robot, che con questo sistema hanno completamente automatizzato i trasporti interni di alcune aziende, che sono riusciti a controllare in modo capillare i movimenti della popolazione e persino i contatti umani che hanno potuto avere. Visto il modo in cui funziona oggi la nostra società siamo sicuri di volerlo? Siamo sicuri di aver capito cosa può comportare per il mondo del lavoro? Siamo consapevoli che si aprirebbero scenari a dir poco inquietanti con prospettive di disoccupazione che finora, grazie a Dio, non abbiamo mai sperimentato?

Inoltre la tecnologia 5G è stata sviluppata in Cina e potrebbe essere sperimentata Italia dalla Huawei, una azienda cinese. Consentire la sperimentazione di una tecnologia che non conosciamo, che prenderebbe il monopolio delle nostre telecomunicazioni e sarebbe necessariamente utilizzata dai nostri servizi essenziali (sanitari, economici, politici, fino a quelli militari) consentirebbe necessariamente l’accesso ai nostri dati più strategici e riservati ad un paese straniero potenzialmente competitivo se non altro sul piano economico e tecnologico.

Siamo sicuri di volerci mettere (perché è questo che succederebbe) nelle mani cinesi? Non è un caso che gli Americani, che avranno i loro difetti ma almeno li conosciamo bene, non condividono un potenziale ingresso cinese nei nostri sistemi di comunicazione.

Alberto De Sanctis

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