USA, gli scenari più probabili sono quelli meno plausibili

L’eredità della prima amministrazione Trump ci fa immaginare per la seconda un mondo decisamente migliore in cui vivere. Un mondo con le frontiere chiuse ai grandi capitali ed alla tratta degli schiavi ma aperte al turismo, un mondo il cui i diritti fondamentali dell’uomo valgono per tutti gli esseri umani e non corrono il rischio di diventare privilegi di una piccola parte dell’umanità.

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E adesso che succede? Quello che stiamo osservando è un terremoto derivante da uno scontro di forze senza precedenti e l’unica cosa che si può facilmente intuire è che non ci saranno prigionieri. Lo scontro è arrivato ad una portata tale da coinvolgere non solo le istituzioni democratiche e la loro difesa, ma a manifestare nella sua essenza i due blocchi di potere ed i loro veri obiettivi.

Gli eventi di questi ultimi giorni ci lasciano intuire cosa accadrà se vince Biden. La feroce censura dei social network è arrivata a tentare di isolare completamente il Presidente degli Stati Uniti. Si è arrivati a chiudere il social network Parler, in cui il Presidente aveva aperto un profilo, e su cui tutti ci eravamo riversati per poterlo leggere, bloccandogli i server che erano proprietà di Amazon. Si era già arrivati a bloccare sulle piattaforme Paypal e Stripe un social network alternativo, GAB, proprietario dei propri server e a bloccare le carte di credito e i conti al suo proprietario ed a tutta la sua famiglia.

Deutsche Bank e Signature Bank hanno chiuso i conti personali e delle imprese di famiglia del Presidente degli Stati Uniti. Non è difficile intuire cosa accadrà a noi che siamo solamente il popolo. Ci sarà permessa solo la narrazione “mainstream”, altrimenti ci butteranno fuori dalle piattaforme social rimaste, visto che chiuderanno tutte quelle che non accetteranno rigide regole di censura. Avranno il potere di bloccarci i conti e le carte di credito se per qualche motivo lo riterranno opportuno e non potremo vivere non avendo più il contante per poter essere pagati o fare acquisti.

Dopo la libertà di espressione e le libertà economiche perderemo anche le libertà più elementari, come la libertà di scegliere sulla nostra salute o sull’educazione dei nostri figli. La libertà di assembramento e di aggregazione la stiamo già perdendo e non si prevedono miglioramenti all’orizzonte ma un consolidamento degli scenari pandemici fino alla loro completa accettazione. Per la libertà di informazione mi limito a ricordate da quanto tempo il giornalista Julian Assange è in carcere per aver divulgato informazioni che il Popolo non doveva sapere. Può sembrare una frase forte ma, considerato che il sistema dei social credit già esiste ed è operativo in diverse città della Cina, non è difficile intuire che se vince Biden ci aspetta la schiavitù.

Dall’altra parte c’è un popolo che si è ribellato a questo scenario e lotta con il suo Presidente per la propria autodeterminazione e per riprendersi la democrazia ed il futuro. Un popolo difeso in questa lotta dal proprio esercito. Sembra una lotta impari, un popolo democraticamente organizzato contro la globalizzazione, la finanza, i network, i social network, i big tech, la big farma, i colossi della distribuzione e del commercio, l’interferenza di paesi stranieri come la Cina, l’Ucraina, per arrivare fino all’Italia.

Se vincerà il popolo americano, rappresentato dalle sue istituzioni democratiche e difeso dal proprio esercito, ci sarà un terremoto di dimensioni epocali che spazzerà via tutti questi colossi ed il blocco di potere attualmente enorme che rappresentano. Gli scenari più probabili saranno quelli meno plausibili. È difficile intuire cosa accadrà e possiamo provare a farlo vedendo come si è comportato il presidente Trump durante il suo mandato.

Non ha ancora iniziato una guerra. Non ha imposto alcuna scelta vaccinale rispettando la libertà di scelta di ogni persona riguardo la propria salute. Ha portato la disoccupazione in America ai minimi storici nonostante la crisi economica dovuta alla pandemia. Ha provato (per quanto gli ha consentito il Congresso) a contenere i limiti alla libertà personale promettendo che se avesse vinto non ci sarebbero stati più lockdown. Ha applicato una politica di stampo keynesiano, sostenendo l’economia durante la crisi erogando a piccola impresa e cittadini finanziamenti ed aiuti diretti dello Stato. Ha mostrando agli economisti l’effetto crescita a V teorizzato nell’applicazione delle teorie keynesiane.

L’eredità della prima amministrazione Trump ci fa immaginare per la seconda un mondo decisamente migliore in cui vivere. Un mondo con le frontiere chiuse ai grandi capitali ed alla tratta degli schiavi ma aperte al turismo, un mondo il cui i diritti fondamentali dell’uomo valgono per tutti gli esseri umani e non corrono il rischio di diventare privilegi di una piccola parte dell’umanità. Un mondo fatto di stati sovrani, in cui ogni Paese mette i propri cittadini al primo posto ed autodetermina il proprio futuro rispettando i propri confini. Un mondo in cui il popolo è proprietario della propria moneta e ne raccoglie e condivide tutti i frutti ed i benefici. Un mondo in cui vorrei vivere.

Dal livello raggiunto dallo scontro e dagli obiettivi in ballo, la partita elettorale americana è solo l’innesco di una resa dei conti senza precedenti tra due blocchi di potere e due visioni del mondo che coinvolgerà il futuro di tutti noi. I rischi sono enormi ed a prenderne coscienza tremano le vene dei polsi. Uno scontro tra Davide e Golia e, come in tutti gli scontri biblici che si rispettano, Davide vince.

Paola De Santis

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