di Riccardo Corsetto
A Roma Nord nelle ultime settimane è successo di tutto. Un palazzo è venuto giù come burro il 24 ottobre. Appena tre giorni prima – il 21 ottobre – una condotta Acea si rompe a Corso Francia. Lasciando senz’acqua i residenti, compresi quelli del palazzo poi crollato. Il 26 Ottobre a Piazza Jacini, scoppia un’altra condotta Acea. Precisamente in via Napoleone Colajanni 3. Il guasto allaga tutta la strada e provoca una voragine. Residenti senz’acqua, e traffico in tilt.
Ma non è ancora finita. Il 10 Ottobre, salta una condotta. Sempre del servizio idrico romano – ancora vicino a Piazza Jacini. Stavolta la voragine si apre su via di Vigna Stelluti, ed è grande tanto da inghiottire una Smart. Residenti di nuovo senz’acqua e strade allagate.
Adesso collegare con nessi di causa tali episodi al crollo di via della Farnesina numero 5 è azzardato e non lo faremo. Ma certo è difficile non interrogarsi sulla concomitanza temporale e sulle loro immaginabili conseguenze idrogeologiche, in un’area caratterizzata dalla vicinanza del Tevere, e da un terreno estremamente friabile.
Al di là degli episodi particolari ed eventuali responsabilità colpose su cui già sta indagando la Procura, il minimo che dobbiamo augurarci, è che l’agognato libretto di fabbricato – che altro non è che una carta d’identità delle nostre abitazioni – diventi presto essenziale strumento normativo, in questa Europa che sforna le regole più inutili. Almeno per dormire, e far dormire sonni tranquilli ai nostri figli.
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