La direzione sanitaria del San Pietro conferma la notizia. Il paziente è giunto il 26 settembre al pronto soccorso del nosocomio sulla Cassia, nel XV Municipio di Roma, con sintomi da zanzara chikungunya, il virus di origine tropicale, non mortale, che costringe a forte febbre e dolori articolari. Recentemente la Regione Lazio e le ASL hanno tentato di arginare la diffusione del virus attraverso il blocco delle donazioni nell’area ASL Roma 2, aree sud est della Capitale, ma questo ultimo caso dimostra che il virus colpisce anche nell’area di competenza dell’ASL Roma 1, in una zona molto a Nord della capitale rispetto agli ultimi sei casi, a dimostrazione che anche nel mese di ottobre – come peraltro annunciato dagli esperti – il rischio di focolai da ‘zanzara infetta’ può riguardare anche il municipio XV.
Il blocco di donazioni voluto dalla Regione Lazio interessa, da settembre, i territori a sud est della Capitale e dell’ASL Roma 2, che coinvolge oltre 1 milione di cittadini.
Il caso della Cassia potrebbe destare qualche preoccupazione: sia per l’aspetto dell’epidemia, sia per l’aspetto delle trasfusioni che stanno risentendo già da giorni della riduzione sensibile delle donazioni.
Il virus in Italia è stato ufficialmente accertato con 76 casi: di cui 17 soltanto nel Lazio, tra Roma sud est e il comune di Anzio.
Il blocco delle donazioni sta costringendo le ASL locali a collaborare tra loro per garantire sacche di sangue nei territori soggetti al blocco delle donazioni, al fine di garantire le trasfusioni. Nell’ASL Rm1, dove è avvenuto l’ultimo accertamento di zanzara infetta, le donazioni sono ancora consentite (ex RmA e RmE).
Il divieto di donare sangue per 28 giorni vige invece per coloro che hanno soggiornato nel comune di Anzio e nei territori dell’ASL Roma 2, aree rosse che si sta tentando di isolare.
“Non mi risulta questo caso di zanzara infetta” aveva detto la responsabile dell’unità operativa trasfusionale del San Pietro, Ada D’Addosio, al San Pietro non abbiamo un reparto di infettivologia, se fosse arrivato qui un caso di chikungunya avremmo dovuto certamente inviarlo allo Spallanzani dove sono attrezzati per questo tipo di quarantene.” Ma la conferma arriva dalla dottoressa Angela Primavera della direzione sanitaria.
Il paziente c’è. Ma non è in quarantena. Si tratterebbe di un residente della Cassia, “arrivato spontaneamente in pronto soccorso e immediatamente diagnosticato. E’ stato dimesso a domicilio”.
Riccardo Corsetto
Facebook Comments